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martedì 5 giugno 2012

Io & Olivia (recensione sui generis del romanzo di Paola Calvetti)

Ci sono istanti nella vita in cui tutto cambia. Istanti in cui succede qualcosa che modifica radicalmente tutto quello che è esistito fino all'attimo che li ha preceduti.

"Olivia", P. Calvetti, Mondadori 2012 

Inaspettati. Così sono tutti i doni degni di questo nome. E del tutto inaspettato è l'inizio di questa storia, con gli sguardi di due bambini che si sfiorano da lontano. Qualche anno dopo, a pochi giorni dal Natale, Olivia - la poco più che trentenne protagonista di questo romanzo - viene licenziata. 
O meglio: non viene licenziata perché non è mai stata assunta; semplicemente perde il posto di lavoro precario e si ritrova più precaria e fragile di prima. 
Così si rifugia in un bar tabacchi e, in attesa di riorganizzare, il suo futuro, scorre il suo curriculum pensando a tutto ciò che quelle pagine tralasciano: gli incontri che l'hanno segnata, gli amori veri e quelli che credeva lo fossero, le persone che non ha fatto in tempo ad abbracciare. E le passioni, i sogni, i fallimenti, la forza dei desideri. In quel bar tabacchi, che con il passare delle ore si popola di personaggi personaggi buffi, matti, generosi e pedanti, su Olivia veglia la nonna mai scomparsa davvero dalla sua vita, capace di leggere i segnali della felicità nelle scie di un aereo o nel verso di una poesia. La stessa nonna che le ha fatto un dono speciale: una Polaroid con la quale strappare al tempo gli istanti più belli, complici dell'inarrestabile e salvifica fantasia di Olivia. Nelle stesse ore, come in un film a montaggio alternato, irrompono tra le righe i passi di Diego. Anche per lui è un giorno speciale, forse l'alba di un nuovo inizio, che saprà offrire una tregua all'innominabile ferita che ha segnato la sua infanzia.

Io sono single perché non l'ho ancora incontrato, perché il mio amore di questa vita e di quelle passate, quando ci siamo incontrati, non era pronto. 
E nemmeno io. Evidentemente.


Ho già fatto una recensione “accademica” – nel senso di “tradizionale” – del romanzo Olivia di Paola Calvetti per il portale dedicato alla letteratura Solo Libri. Voglio farne un’altra qui, sul mio blog, che spieghi come ho vissuto questa lettura e perché mi ha emozionata ben oltre quello che potessi aspettarmi. Il fatto è che mi sto convincendo che sia tutta questione di Serendipity, o Serendipità, in italiano, termine che però a mio avviso perde gran parte del fascino che ha nella versione inglese. Serendipity è quella specie di predestinazione che fa sì che noi agiamo in una determinata maniera senza conoscere davvero la finalità delle nostre azioni, mossi da una ricerca instancabile, a tratti persino ossessiva, di qualcosa che non sappiamo nemmeno di cercare, qualcosa di cui non sappiamo di avere bisogno, finché non lo troviamo. 
Solo allora capiamo che tutto ciò che ci è successo negli anni è servito a portarci lì dove siamo, lì dove era destino che arrivassimo. È quello che accade a Diego e Olivia, i protagonisti di questo stupefacente romanzo, un uomo e una donna le cui vite corrono su binari apparentemente paralleli, destinati con ogni probabilità a non incontrarsi mai. 
Non è così, perché in realtà le loro esistenze si sono già incrociate in passato: la prima, magica volta, quella in cui forse è stato già tutto deciso, è stata quando erano ancora piccoli, due bambini assorti e turbati che avevano incrociato i loro sguardi mentre sotto la pioggia battente assistevano a un funerale. Al di là della poesia della immagini che l’autrice ci regala – immagini delicate, dolcissime, nitide come le istantanee della Polaroid che Olivia ha ricevuto in dono dall’eccentrica, amatissima nonna –, è il senso di questo romanzo ciò che colpisce profondamente il lettore, regalandogli quello di cui oggi abbiamo più bisogno: la speranza
La lettura di questo libro è stata per me fonte di calore, un’ondata di positività di cui avevo tremendamente bisogno, ora più che mai. Leggendo di Olivia, dei suoi sogni, dei passati amori, delle esperienze lavorative frustranti, dei treni mai presi e di quelli partiti troppo in fretta, mi sono rivista io, i miei casini, le porte in faccia, i sensi di colpa, le paure, i mille dubbi e quel dolore che punge come tanti spilli tutti insieme, che tormenta e rischia di sfinire. Tante volte mi chiedo se sto percorrendo la strada giusta, se non sto sbagliando, se non dovrei invece accontentarmi, accantonare i sogni di un tempo, “guardare in faccia la realtà”, come piace dire a molti, se davvero il mondo non è altro che un agglomerato caotico governato dall’anarchia dei profittatori, di chi ha fortuna contro chi la fortuna non ce l’ha, e deve  semplicemente farsene una ragione. Beh, forse è un caso, forse no: sta di fatto che questo libro ha dato risposta ad alcune domande che mi facevo da un po’. In fondo cosa ci costa credere? 
Senza sogni, senza speranza, che vita è? È difficile sperare senza un lavoro e senza alcuna apparente prospettiva, come nel caso di Olivia. Eppure noi non possiamo sapere cosa il destino ha in serbo per noi… Forse la serendipità è una fede, forse esiste davvero, forse è solo una cazzata, certo però non possiamo negare che i doni più belli arrivano sempre quando meno ce li aspettiamo, e che tutto, anche gli errori, è servito a qualcosa, anche solo a farci diventare più saggi, più maturi e capaci di distinguere la bellezza vera dalle misere falsificazioni dei mille impostori che ci sono in giro. 
Io ci credo. Ho sempre creduto che per ognuno di noi ci sia in serbo qualcosa di molto speciale, un dono che però dobbiamo essere pronti ad accogliere. A volte il problema è proprio questo, che siamo ciechi di fronte alla vita e alle meraviglie che ci mette di fronte. Dovremmo solo tendere la mano e afferrarle, eppure restiamo paralizzati, diffidenti, disincantati. 
Anche se non sembra, ci vuole tanto coraggio per allungare un braccio e afferrare la felicità. Ci vuole più coraggio per essere felici che per vivere un’intera vita lamentandosi della cattiva sorte senza avere il coraggio di fare nulla per cambiarla. La felicità richiede coraggio, tutto ciò che è bello fa tremendamente paura, perché contiene in sé le premesse della fine. Eppure la vita non ha senso se almeno non si prova a essere felici. Non si prova a cercare la propria personale magia, senza arrendersi a una vita come tante, una vita fatta d’apparenza e infiniti piccoli inganni. La storia di Olivia è meravigliosa, non trovo altre parole per spiegarlo, ed è una lettura che consiglio dal profondo del cuore!

Siamo lontani mille miglia, particelle ad anni luce di distanza destinate a separarsi. Come faccio a dirti che vorrei qualcosa che mi arrivi addosso come un dono, e magari un poco di magia nella mia vita, che tra noi ce n'è pochissima?

2 commenti:

  1. Grazie Rossella!
    Un abbraccio
    Paola Calvetti

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  2. Ciao Rossella!
    Scusami se sono un pò sparita ma lunedì è il fatidico giorno del mio ultimo esame all'univeristà. Sto studiando molto e mi sono un pò isolata, come il mio solito fare quando ho un esame ^_^
    Prometto che dopo lunedì ti scrivo una mail, così ci aggiorniamo sulle novità ok?!
    Ora vado a dare un'occhiata al concorso di cui mi parlavi...ah, ho messo anche io il tuo banner nella Locanda ;-)
    Un grossissimo abbraccio!
    Claudia

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