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sabato 30 marzo 2013

Lei e l'altra

Stai con lei perché, a differenza dell'altra, lei ti ama.
Stai con lei perché tu le vuoi bene, mentre lei ti ama da morire.
Stai con lei perché hai la garanzia che non ti lascerà mai, 
e tu hai il terrore di essere lasciato.
Stai con lei perché è bruttina, anonima, rassicurante, 
perché dalla vita vuole solo sposarsi e avere figli.
Stai con lei perché non ti tradirà, non ti mentirà, non si farà venire dei dubbi sulla vostra storia. Non ti dirà "questa è l'ultima volta che ci vediamo" appena finito di fare l'amore, non pretenderà la luna, il desiderio sfrenato, la magia.
Stai con lei perché se non si è stancata di correrti dietro per anni mentre tu avevi perso la testa per un'altra, beh, allora non si stancherà mai.
Starai con lei probabilmente per sempre, la sposerai, 
nonostante io e te sappiamo che lei non ti darà mai nemmeno 
il dieci per cento delle emozioni che ti dava l'altra.
Quell'altra che non sa cosa vuole, 
e probabilmente non sa neanche amare.


giovedì 28 marzo 2013

Il grande amore erotico che dura

Quello che non avrei mai creduto, che non ritenevo possibile e che la maggior parte della gente non ritiene possibile è che un uomo e una donna, a un certo punto della loro vita, dopo aver avuto avventure, amori e delusioni si incontrano, si innamorano e realizzano un amore totale che dura anni e anni.

Come si presenta un amore totale? L’aspetto più semplice ma anche quello più significativo è che essi quando sono insieme, in qualsiasi posto, facendo qualsiasi cosa, parlando di qualsiasi argomento sono felici di esserlo. Provano un piacere che nasce proprio dallo stare con l’altro, dalla presenza del suo corpo, delle sue parole. E se non sono vicini fisicamente, parlarsi al telefono di qualsiasi cosa, di loro stessi, commentando un film, un accadimento politico, un libro, con l’impressione di essere a contatto, anche se sono chilometri lontano.

Un tipo di esperienza che non appartiene alla neutralità dell’amicizia, ma al piacere erotico. Un piacere erotico leggero, come una vibrazione continua ma che può, nel corso della giornata, intensificarsi improvvisamente e diventare desiderio appassionato, incontro sessuale , fino a un’estasi che hanno imparato a realizzare negli anni dicendosi cosa vogliono, cosa gli piace, con semplicità, passando di piacere in piacere , di orgasmo in orgasmo.

Ma finita la fusione sessuale, con la stessa naturalezza possono poi riprendere a discutere, o a leggere, o a ricordare il passato quando si corteggiavano, talvolta punzecchiandosi nel ricordare i loro vecchi amori. 
I due amanti sanno affrontare insieme anche il lavoro, le malattie, le difficoltà economiche, i giorni del dolore, ma sempre sorretti dal sottile piacere di cui parlavamo prima, il piacere dello stare insieme, dell’intimità, dell’esclusività, della vita quotidiana che per loro non è mai quotidiana perché è sempre nuova, sempre inattesa, sempre scoperta di qualcosa che non sapevano, che non si erano detti, che non avevano visto di sé, dell’amato, del mondo. E così per anni, anni, tanto più di quanto credevano.
Io non sapevo che tutto questo fosse possibile, molta gente non ci crede, eppure e vero. E forse ho trovato anche una chiave di questo prodigio e l’ho messa nel libro “L’arte di amare, il grande amore erotico che dura”.

(F. Alberoni)

mercoledì 20 marzo 2013

Vorrei essere più felice...

“Vorrei essere felice. Più della fatica di continuare a scavare nel fondo del fiume, mi attira il pugno di sabbia dorata che ho trovato. 
Vorrei che tutte le persone che amo fossero più felici di quanto non siano.
Non posso più restare qui. Momento per momento vado avanti. È il flusso del tempo che non si può fermare, non posso farci niente. Io vado.
Una carovana si ferma e un’altra riparte. Ci sono persone che potrò incontrare ancora, altre che non rivedrò più. Persone che passano senza che io me ne accorga, persone che incrocio appena. Man mano che li saluto, ho la sensazione di diventare più pura. Devo vivere guardando il fiume che scorre. Prego con tutto il cuore che solo l’immagine della ragazza che ero resti per sempre al tuo fianco.”

(Tratto da “Moonlight Shadow” di Banana Yoshimoto)

venerdì 15 marzo 2013

I miserabili (non quelli di Victor Hugo)

L’inizio della primavera mi rende al contempo malinconica e intollerabilmente felice. Anzi no, non è esattamente malinconia, è un sentimento strano che mi aleggia intorno, che mi appesantisce e mi fa piangere, come una farfalla che vorrebbe tanto spiccare il volo, ma non ci riesce. 
Le ali sembrano fatte di piombo, il corpo è attratto dal cemento da una forza di gravità ben più potente di quella terrestre. Forse è proprio così che mi sento. 
Dico forse, perché non è chiaro neanche a me. Strappata in due, lacerata dentro, con una voglia infinita di completezza e l’impossibilità di capire ciò che sento, di distinguere bisogno e paura, amore e solitudine.
A volte mi sento felice, a volte le lacrime scendono da sole e non capisco cosa ci sia in me che non va. Il problema è che io sono così sensibile che niente mi scivola addosso, ogni cosa lascia il suo marchio, persino una piuma fisserebbe la sua impronta scivolando sulla cera calda di cui mi sento fatta in questi giorni di metà marzo. 
Come cera, mi sciolgo. 
Mi sciolgo in lacrime senza motivo, si scioglie il rimmel che cola lungo le guance ma quel nodo che mi stringe la gola non si scioglie mai, e ogni volta ho paura che non andrà più via. 
Credo nelle vite precedenti perché tutte queste sensazioni che provo sono decisamente troppe per una vita sola. 
Oggi è stata una giornata strana, sotto molti aspetti: una mattina di sole, tiepida a tratti, gelida all’ombra, con un pomeriggio che già sapeva d’estate e di tutte le promesse che questa stagione porta con sé. Promesse spesso disattese, senza le quali però non potremmo vivere. 
Vorrei svegliarmi una mattina di primavera e riscoprirmi pura, intatta come forse un essere umano è soltanto quando per la prima volta apre gli occhi sul mondo. Limpida e trasparente come l’acqua di un ruscelletto che scende giù dalla vetta di una montagna. 
A volte penso che la vita di ognuno di noi sia come quel ruscelletto: una lenta ma costante discesa in cui non puoi fare a meno di caricarti del fango che incrocia la tua via, della sporcizia di chi del tuo ruscello si serve avidamente finché ha sete, e poi ci piscia dentro, cambiando strada. 
Quando arrivi a valle, ti hanno ormai insegnato a essere torbida, a non lasciar trasparire cosa c’è sul fondo, gelosamente custodito tra la sabbia spessa, i ciottoli e il grigio delle acque. 
La maggior parte della gente non si pone mai il problema di ciò che è diventata, di quanto sia differente il suo reale modo di essere da ciò che si costringe a provare, a vivere, a fare. 
La maggior parte della gente è sporca, è ambigua, è incattivita.
Non è davvero così, lo è diventata, ma in fondo si tratta di una situazione comoda, perché si può sempre dare colpa agli altri, alle delusioni, alla sofferenza patita.
C'è sempre una giustificazione per essere diventati stronzi.
E io sto lottando per non diventare come loro - non voglio diventare come loro, quelle persone che cercano di trascinarti nel loro inferno personale perché troppo infastidite dal vedere che esiste ancora gente che ci crede, gente che porta rispetto ai sentimenti e alle persone e che desidera vivere una vita vera, sincera. 
Bruciate tra le fiamme che voi stessi avete acceso, dimenatevi nei vostri inferni, rotolatevi nella merda, visto che in fondo ci si abitua a tutto, ma per piacere – per piacere – evitate di trascinare con voi le persone che dite di amare solo per sentirvi meno soli, meno piccoli. 
Meno miserabili.

domenica 3 marzo 2013

Vincitore "Tre cuori e un bebè"

Ciao amici lettori!
Inizio con lo scusarmi moltissimo per il ritardo con cui pubblico questo post… non è una giustificazione, lo so, ma nelle ultime due settimane non ho avuto nemmeno il tempo di respirare! 
Comunque finalmente, grazie al sito RANDOM.ORG pubblico i risultati del Giveaway “Tre cuori e un bebè”. Il vincitore è… rullo di tamburi… Liliana LeoRispettivamente seconda e terza Chicca e Dolce Candy, che riceveranno in regalo l’e-book di “Tre cuori e un bebè”. 
Prego Liliana di contattarmi per darmi l’indirizzo cui inviare il cartaceo! Chi di voi non ha vinto non deve preoccuparsi: prestissimo un nuovo regalo “libroso” per i follower del blog!

venerdì 1 marzo 2013

Perché io ti amo...

Tanto tempo fa stavo con un ragazzo che mi ripeteva di continuo che mi amava. Ed era bello, sì, perché in fondo poche cose fanno felici una ragazzina come quelle due magiche paroline dette dalla persona giusta. 
Gli anni passavano, io crescevo e lui continuava a ripetermi il suo amore tutti i giorni, più volte al giorno. Nel frattempo le cose non andavano, gli episodi strani si moltiplicavano e io mi sentivo inquieta perché nel mio cuore – ora lo so – il presagio della fine era già chiaro, inequivocabile. 
Eppure i suoi “ti amo” mi martellavano in mente, confondendomi i pensieri. 
Perché è così facile credere alle parole, anche quando i fatti le sbugiardano senza appello? 
Tutto quello che accade intorno a noi – gli occhi che fuggono, le cose taciute, le menzogne quasi automatiche, le piccole e grandi mancanze di rispetto e tutto ciò che la parte più intima di noi riconosce come inganno – ebbene, tutto questo parla la lingua silenziosa della verità, mentre le parole… in fondo sono solo parole. E forse a volte ciò che si tace è molto più vero di quello che si dice.
Esiste una sorta di pudore, nei sentimenti, che ci impedisce di spargerli ai quattro venti come faremmo con le cose di cui in fondo non ci importa nulla. 
Io non credo a quelli che sentono il bisogno di urlare al mondo ciò che provano, come se solo nominandolo l’amore fosse più vero, come se avessero bisogno di convincersi che ciò che provano sia quel magico sentimento che inizia per “A”… un sentimento di cui tutti parlano, ma che in pochissimi conoscono davvero. E quei pochi tacciono, come fa chi custodisce un prezioso segreto.
Quel ragazzo lontano di cui a stento ricordo la voce continuò a dirmi che mi amava fino alla fine, ma io avevo ormai capito che le sue parole erano vuote, involucri effimeri di un bene mutevole, un innamoramento acerbo ed egoista destinato a estinguersi col venir meno della costante sfida che tiene in vita gli amori basati sul possesso. O sul sesso.
Da scrittrice, vi consiglio di non cedere mai alla malia delle parole: spesso la verità che contengono è destinata a estinguersi assieme al fiato che serve a pronunciarle. Credete alle vostre sensazioni, quelle generalmente non mentono, e se lo fanno è sempre per una buona causa: aiutarci a sopravvivere in attesa di tempi migliori. Guardate in fondo al cuore, perché Lui sa sempre la verità, e ricordatevi che il vero Amore non ha bisogno di rose, non ha bisogno di regali, gesti eclatanti o canzoni strappalacrime, né deve convincere nessuno della sua esistenza… chi è Amato lo sa senza ombra di dubbio, perché vive circondato dalla presenza, dalla costanza e dalla silenziosa devozione. 
Il resto sono parole.