clicca sulla copertina per entrare nel mondo dei miei libri


venerdì 22 giugno 2012

La parola ai libri: brano tratto da "L'ultima riga delle favole" di M. Gramellini

Penso a tutte le persone che stanno insieme senza amore, per paura della solitudine. 
E a quelle che si amano senza stare insieme, per paura di sacrificare la libertà. 
Due scelte in apparenza opposte, ma che conducono entrambe al fallimento perché generate dal medesimo impulso: la vigliaccheria.
M. Gramellini, L'ultima riga delle favole

giovedì 21 giugno 2012

Ricordi di "Maturità": II prova... Greco! 2000/2001

Chi come me ha frequentato o frequenta il liceo classico, sa bene che c'è solo una cosa più temibile della matematica (materia in cui notoriamente chi frequenta scuola è una capra): Greco come seconda prova alla maturità!!! Per questa ragione, fin dal primo giorno dell'anno scolastico, iniziano gli scongiuri perché alla seconda prova esca latino.
Ovviamente il mio anno uscì Greco! E non un qualsiasi Aristotele o Plutarco... macché! Uscì l'illustre sconosciuto Epitteto, con una versione intitolata L'uomo cittadino del mondo. Per farla breve: non si capiva un caxxo. Nemmeno le prof sapevano tradurla (e sì che non erano chissà che cime pure loro...), figuriamoci noi. Per me poteva anche essere arabo. 
Non mi par vero che un tempo traducevo questa roba!
Alla fine, approfittando della complicità dei membri esterni della commissione, facemmo una "versione collettiva", prof compresa.... giusta o sbagliata non è dato saperlo, so solo che più o meno tutti prendemmo il massimo :-)! La prof di latino e greco era interna, come ho già detto tra noi non c'era simpatia, però devo ammettere che almeno in quell'occasione si comportò bene e non fece preferenze nel dare suggerimenti. 
Ciò non vuol dire che ne serbi un bel ricordo! Come sempre, se vi va, lasciatemi scrivete qui sotto anche i vostri ricordi... Sulla terza prova non scriverò nulla; per quanto può sembrare strano, infatti, nonostante la mia memoria di ferro conservo pochissimi ricordi... so solo che i prof ci agevolarono in tutti i modi possibili, e che in matematica e fisica (prof. esterno!!!) andammo tutti talmente male che questo poveretto di un professore decise di non farci domande all'orale, onde evitare di doverci chiedere le addizioni!!! (oltre non andavamo, giuro). Però degli orali parlerò eccome, anche perché hanno sancito una tappa importante, la fine del liceo e in fondo anche della spensieratezza legata a quel tempo...

La parola ai libri: brano tratto da "Io, Anna" di Elsa Lewin

«Tu sei un poliziotto, non un giudice.»
«Io ti amo», disse lui.
«Amavi tua moglie, una volta.»
Lui scosse la testa. 
«Eravamo due animali sani, giovani e belli. Bisogna aver sofferto per amare, per amare davvero.»
E. Lewin, Io, Anna



mercoledì 20 giugno 2012

Ricordi di "Maturità": I prova italiano 2000/2001

Esattamente undici anni fa – oddio come passa il tempo! Mi sento vecchiaaa! –, ossia il 20 giugno del 2001, anche la sottoscritta affrontava la sua “maturità”. Che poi di maturo in me non ci fosse proprio niente, questa è un’altra storia. 
Se ripenso alla Rossella di quegli anni, lo faccio con un misto di rimpianto e tenerezza (dicasi anche… pena!). Nonostante pensassi di essere piuttosto sgamata, in realtà ero di un’ingenuità terribile, potenzialmente distruttiva per me e anche per chi mi stava accanto… ero assoluta come solo i giovanissimi sanno essere, con l’unica differenza che io lo ero di più. Molto di più. Ero anche sensibilissima, lunatica, avventata, impulsiva, sconsiderata, ossessiva, passionale, mediamente folle. Un mix esplosivo. E poi ingenua
E la cosa peggiore dell’ingenuità è che una persona non sa di essere ingenua, altrimenti per definizione non lo sarebbe. Lo capisce dopo. Di solito quando è troppo tardi. Non concepivo finzioni, bugie, ipocrisie. Non avevo paura di niente, non mollavo mai, non mi tiravo indietro. Si può dire che fossi un’anima nuda, senza difese. E mi apprestavo a “maturare”, appunto. Non so cosa credevo mi aspettasse dopo gli esami, di certo una vita nuova e una libertà sconsiderata. Con l’ottimismo completamente ingiustificato che mi ha sempre contraddistinta, mi preparavo a un avvenire meraviglioso, spudoratamente felice. 
Degli esami non me ne fregava praticamente nulla. Della mia classe, ero l’unica che in quel periodo uscì ogni santa sera; unica eccezione: la sera prima dell’orale. Avevo troppo da ripetere! Ero la classica tipa che pur non studiando granché, prendeva voti altissimi. Merito della memoria di ferro e della mia parlantina. Tranne in matematica e fisica, ma si sa che al liceo classico non contano un tubo. Aspiravo al cento e lo volevo non tanto per me, quanto per i miei, che in questo senso non mi davano tregua. 
Dovevo essere la migliore, sempre e comunque. Solo il massimo, solo la perfezione. A me, ripeto, non importava assolutamente nulla. Avevo l’unico dieci della classe in italiano, voto che la prof. mi aveva messo un po’ a malincuore. In italiano, infatti, agli esami avremmo avuto una professoressa esterna, e lei aveva paura che vedendo un voto così alto, la perfezione in pratica, pretendesse la luna. E in effetti pretese molto… ma questo lo racconto la prossima “puntata”! 
Sta di fatto che italiano, assieme a storia e a filosofia, erano le materie che conoscevo alla perfezione. Per le altre contavo sulla fortuna, davvero non avevo tempo per studiare! C’erano i ragazzi, tanti, che mi gironzolavano attorno, c’era il fatto che avevo bisogno di stare sempre in giro, di ridere, di andare al mare, di confidarmi con le amiche fino a notte fonda e consumarmi le labbra di baci. Baci incantevoli e goffi, pieni di aspettativa per quel “qualcosa” che c’era dopo e che era affascinante e terribile come tutto ciò che è ignoto. A quei tempi la mia fantasia si limitava ai baci. Aspettavo qualcosa che nemmeno io sapevo cosa fosse. Sarebbe arrivato, quello lo sapevo per certo. Quando ripenso a quel periodo, mi viene in mente un’unica canzone…

lunedì 18 giugno 2012

Sophie Hannah - "La culla buia"

La culla buia
Collana: Narratori Moderni
Traduzione dall'inglese di Serena Lauzi
Pagine: 450
Costo: € 18.60
Uscita: 3 maggio 2012
ISBN 978881168175-5

Sono giorni che non dormi.
Chiudi gli occhi solo un attimo.
Ma al risveglio niente è come prima.



L'incubo inizia sempre nello stesso modo. È stata una lunga nottata, il pianto del neonato intermittente, la stanchezza che ti attanaglia gli occhi. Non puoi dormire, semplicemente non puoi. Ma finalmente, alle prime luci dell'alba, il bambino si è addormentato. 
E tu sei crollata dalla stanchezza. Solo pochi minuti, appena riaperti gli occhi sei subito corsa verso la culla per vedere le sue manine paffute protendersi verso di te. Ma il piccolo è immobile. Lo tocchi, e non respira più… Per molte donne questo è solo un brutto sogno da cui risvegliarsi in un bagno di sudore. Ma per Helen Yardley, Ray Hines e Sarah Jaggard l'incubo è continuato anche una volta sveglie. Il loro bambino è morto, senza una ragione apparente. Tutte loro sono state accusate di infanticidio e ci sono voluti lunghi processi e molti anni di prigione, prima che fossero scagionate. «Morte in culla» è il verdetto finale. Fliss Benson è una giovane produttrice televisiva, a cui viene affidato l'incarico di girare un documentario sulla loro vicenda. Vittime di un errore giudiziario o pericolose assassine che sono riuscite a farla franca? 
A Fliss non interessa. Questo è l'ultimo progetto a cui vorrebbe lavorare, perché la morte dei piccoli innocenti riapre in lei una ferita mai sanata che riguarda il suo passato. Un trauma segreto che non ha mai rivelato a nessuno. La mattina in cui sta per rinunciare all'incarico riceve un biglietto con sedici cifre. Un biglietto oscuro e ricattatorio. A indagare sulla minaccia è la poliziotta Charlie Zailer, la quale scopre che gli stessi numeri sono stati inviati anche alle tre donne accusate di infanticidio. 
E quando vengono trovate assassinate una dopo l'altra, Fliss capisce che per salvarsi la vita deve trovare la verità, e molto, molto in fretta…

sabato 16 giugno 2012

16 giugno: DAY del BOOK e sconti del 40%!


Oggi, 16 giugno, la 0111 Edizioni organizza il sesto Day del Book ossia una strepitosa giornata il cui tutti i suoi libri sono scontati al 40% se acquistati dal sito ufficiale della casa editrice…


Ovviamente non poteva mancare il mio primo romanzo, edito appunto 0111Edizioni, In ricordo di noi, a soli 8.40 anziché 14 (l'e-book, invece, a soli 4 euro)!


Se volete saperne di più sul mio romanzo visitate il sito ufficiale!

Per la prima volta sul sito ci sono in super-sconto sia ebook e libri  che audio-libri! Non è necessario alcun minimo di acquisto. Oltre al mio, ci sono moltissimi altri libri... Dateci un'occhiata, ne vale la pena!

venerdì 15 giugno 2012

"Il mio cuore sconosciuto" - Charlotte Valandrey

IL MIO CUORE SCONOSCIUTO
Charlotte Valandrey
Traduzione di Marcella Uberti-Bona
Collana: La Gaja scienza
Pagine: 336
Prezzo: € 14.90
In libreria dal: 3 Maggio 2012

Charlotte è bellissima, ha quasi diciotto anni e un radioso futuro di attrice davanti a sé, quando scopre di essere sieropositiva. Per contrarre il virus le è bastato, come a tante altre persone, un rapporto non protetto. Al fine di evitare che il virus si sviluppi nell’Aids, deve sottoporsi a cure molto aggressive, che le danneggiano gravemente il cuore. Il primo infarto la colpisce a soli trentaquattro anni, il secondo a breve distanza. È viva per miracolo ma il suo cuore è compromesso, e solo il trapianto potrebbe salvarla.
In una notte fredda e piovosa del 2003 un incidente stradale in cui una giovane donna perde la vita le offre la possibilità di farcela. Dopo l’intervento e una lunga riabilitazione, Charlotte rinasce. Ma la sua incontenibile e contagiosa gioia di vivere è turbata da strane sensazioni di déjà-vu, inspiegabili cambiamenti nei gusti e incubi ricorrenti. E proprio quando sembra aver ritrovato tutto, persino la piena felicità di un nuovo amore, la vita ha per lei in serbo un altro, sconvolgente colpo di scena. Questa è la storia di Charlotte Valandrey. Sembra un romanzo e invece è tutta incredibilmente vera.
 
"Una storia d'amore intensa. Un libro che non può lasciare indifferenti."
Vanity Fair

Charlotte Valandrey, attrice, ha esordito nel film A Parigi con amore, per il quale ha vinto l’Orso d’argento come migliore attrice al Festival di Berlino. Ha lavorato per il cinema, il teatro, la televisione, e grazie al ruolo interpretato nella serie televisiva Il commissario Cordier è diventata un volto noto al grande pubblico. 

"Ho vissuto senza precauzioni. Senza mezze misure, è la mia natura. Non ho mai saputo regolarmi in altro modo. Tutto mi ha colpito al cuore, sempre. Nulla mi è scivolato addosso. La vita, più che accarezzarmi, mi ha colpita, la vita brutale, assurda, e i suoi colpi bassi, le rotture, lo sguardo velato e rinsecchito di mia madre che muore. Tutto mi ha colpito al cuore. E oggi me ne vado, solo a metà della vita, perché il cuore, di nuovo, mi abbandona. Più piano. Nulla resiste ai colpi del mio destino. 
Cado dalla corda. Da troppo tempo ci cammino sopra..."

venerdì 8 giugno 2012

Il fantastico concorso per scrittori emergenti targato Neri Pozza!


Neri Pozza non mi delude MAI!!! 
E dopo questo è diventato in assoluto il mio editore preferito. Già lo era in virtù dei suoi bellissimi libri, ma ora con questo concorso… che dire, un sogno che si avvera! Finalmente un concorso per esordienti SERIO, senza tassa di iscrizione né assurdità varie, con una giuria valida e competente. Che dire se non: grazie Neri Pozza per questa iniziativa! Di seguito la lettera di presentazione del concorso che porta la firma di Giuseppe Russo, direttore editoriale Neri Pozza, e a seguire il bando.


Il l 4 aprile 1956, in una lettera a Goffredo Parise in cui rimprovera allo scrittore vicentino di aver smarrito, nel suo ultimo racconto Il fidanzamento, l’esuberanza poetica della sua opera prima Il ragazzo morto e le comete, Neri Pozza scrive: «Non ti dolere di questo parere negativo, io sono un vecchio provinciale con idee estremamente chiare anche se sbagliate (per te). Saranno idee d’arte e di poesia che fanno pochi soldi, ma sono le sole capaci di sedurmi e interessarmi. Il resto, per me, è buio e vanità».
La fede ostinata nel carattere d’arte e di poesia del lavoro editoriale attraversa da cima a fondo l’attività di Neri Pozza, dalla scoperta, nel 1951, del talento letterario di un giovanissimo Goffredo Parise sino alla collaborazione con i maggiori scrittori del dopoguerra, come Dino Buzzati, Carlo Emilio Gadda, Eugenio Montale e Massimo Bontempelli.
Nell’anno in cui cade il centenario della nascita di Neri Pozza, la casa editrice che reca il suo nome indice un Premio Nazionale di Letteratura innanzi tutto per riportare al centro del lavoro editoriale questa fede del suo fondatore. Il Premio muove, infatti, dal presupposto che siano ancora possibili, in letteratura, «idee d’arte e di poesia» o, in altri termini, che possa ancora darsi qualcosa come la letteratura.
«Ogni epoca si sente disperatamente moderna», ha scritto Walter Benjamin. Ogni epoca, infatti, si percepisce sull’orlo di un abisso in cui poesia, arte e letteratura possono precipitare. Questo sentimento «moderno» oggi si traduce nell’affermazione della fine della distinzione tra narrativa e letteratura, nel trionfo della «narratività» in cui tutto appare lecito in nome della fiction: l’ambizione letteraria, ma anche le opere delle star televisive, le testimonianze di vita vera, i gialli di mero intrattenimento. Intrattenimento e letteratura sono, anzi, considerate due semplici forme, di pari dignità, della fiction, del diletto e della distrazione che la narrativa produce.
In realtà, le cose non stanno così. La letteratura non è semplicemente ascrivibile alla narrativa, non è un fenomeno della fiction. La letteratura è una forma di pensiero in cui si traduce lo spirito del tempo, il senso di un’epoca. Vi è un compito conoscitivo proprio della narrativa che si fa letteratura. Delitto e castigo annuncia l’avvento del nichilismo molto meglio e prima di migliaia di saggi. Il processo e Il castello narrano del totalitarismo molto meglio e prima di migliaia di dotti scritti di filosofia.
Ogni epoca ha la sua letteratura, le sue idee d’arte e di poesia. Basta coglierle. Basta coltivare, come Neri Pozza, una fede ostinata nella loro espressione.
Il Premio Nazionale di Letteratura Neri Pozza intende agire propriamente in questa direzione: scoprire i germi della letteratura, dell’arte e della poesia nel tempo presente. Per questo il Premio non concede di concorrere al suo conseguimento gialli, memoir, opere fantasy ecc. o, in altri termini, opere in cui l’intrattenimento narrativo ignori il compito conoscitivo proprio della letteratura. Il che naturalmente non significa che l’intrattenimento non debba avere il suo giusto posto nella produzione editoriale. La narrativa di intrattenimento riceve, anzi, il suo alto riconoscimento proprio quando è palese il confine che la separa dalla letteratura.

giovedì 7 giugno 2012

Novità Garzanti: "La locanda dei sogni ritrovati"

La locanda dei sogni ritrovati
Collana: Narratori Moderni
Traduzione dall'inglese: Sara Caraffini
Pagine: 228
Prezzo: € 15.00
ISBN: 978881168407-7



Fogas, un piccolo paese nei Pirenei. Chloé, una bambina di nove anni, si lancia in spericolati salti mortali, svettando sull'erba alta. La sua compagna di giochi è una gatta, Tomate, che la accompagna nelle forsennate piroette. Sullo sfondo, un'antica locanda di pietra grigia, accoccolata in una valle baciata dal sole sulle sponde placide di un fiume. 
Lorna e Paul si guardano intorno e non potrebbero essere più felici. Questo angolo di paradiso è finalmente tutto loro. Il sogno di andarsene dall'Inghilterra e aprire un ristorante in Francia si è avverato. Un luogo dove cucinare gustose torte e fumanti stufati, accompagnati da un corposo calice di vino rosso e dalle chiacchiere degli amici, mentre il vento accarezza le fronde degli alberi. Ad aiutarli Stéphanie, la cameriera gitana, e sua figlia Chloé, che da grande vuole fare l'acrobata. Ma il sogno è ben diverso dalla realtà. Perché Lorna e Paul hanno un nemico nel paese di Fogas: Serge Papon, il sindaco. Un nemico potente che voleva la locanda per sé, e che adesso è deciso a riprendersi quello che ritiene suo di diritto. Le sue armi sono astute: cavilli burocratici, ispezioni continue, ma soprattutto maldicenze, perché gli inglesi, si sa, non sono capaci di cucinare. Il loro ristorante manderebbe in rovina l'industria turistica dell'intera regione. La locanda è in pericolo, ma Lorna e Paul non sono soli, perché la piccola Chloé, insieme alla fida gattina Tomate, è pronta anche a fare i salti mortali, pur di aiutarli.

Una bambina e il suo gatto.
Un ristorante un po' speciale.
Il sogno di una nuova vita.

«Ormai non manca molto», disse Paul mentre imboccava l'ennesima curva, alberi su entrambi i lati della stretta stradina, abbarbicati al fianco della montagna a destra e alle ripide sponde del fiume a sinistra. 
L'auto affrontò l'ultimo tornante e vennero scaraventati fuori dalla penombra del bosco 
e nella luce del sole mentre la vallata si allargava.
Ed eccolo lì, con il sole novembrino che si riverberavasulle vecchie pietre.
L'Auberge. E, a meno che Lorna non si sbagliasse, una bambina stava facendo una serie di salti mortali in giro per il giardino. Con un gatto.

Appena uscito, La locanda dei sogni ritrovati è stato venduto in tutta Europa e ha conquistato i lettori, che si sono subito innamorati del paesino di Fogas e dei suoi abitanti. 
Julia Stagg ci regala un esordio frizzante e goloso che trasporta il lettore in una regione magica, piena di odori e sapori che incanteranno anche i palati più sopraffini.

martedì 5 giugno 2012

Io & Olivia (recensione sui generis del romanzo di Paola Calvetti)

Ci sono istanti nella vita in cui tutto cambia. Istanti in cui succede qualcosa che modifica radicalmente tutto quello che è esistito fino all'attimo che li ha preceduti.

"Olivia", P. Calvetti, Mondadori 2012 

Inaspettati. Così sono tutti i doni degni di questo nome. E del tutto inaspettato è l'inizio di questa storia, con gli sguardi di due bambini che si sfiorano da lontano. Qualche anno dopo, a pochi giorni dal Natale, Olivia - la poco più che trentenne protagonista di questo romanzo - viene licenziata. 
O meglio: non viene licenziata perché non è mai stata assunta; semplicemente perde il posto di lavoro precario e si ritrova più precaria e fragile di prima. 
Così si rifugia in un bar tabacchi e, in attesa di riorganizzare, il suo futuro, scorre il suo curriculum pensando a tutto ciò che quelle pagine tralasciano: gli incontri che l'hanno segnata, gli amori veri e quelli che credeva lo fossero, le persone che non ha fatto in tempo ad abbracciare. E le passioni, i sogni, i fallimenti, la forza dei desideri. In quel bar tabacchi, che con il passare delle ore si popola di personaggi personaggi buffi, matti, generosi e pedanti, su Olivia veglia la nonna mai scomparsa davvero dalla sua vita, capace di leggere i segnali della felicità nelle scie di un aereo o nel verso di una poesia. La stessa nonna che le ha fatto un dono speciale: una Polaroid con la quale strappare al tempo gli istanti più belli, complici dell'inarrestabile e salvifica fantasia di Olivia. Nelle stesse ore, come in un film a montaggio alternato, irrompono tra le righe i passi di Diego. Anche per lui è un giorno speciale, forse l'alba di un nuovo inizio, che saprà offrire una tregua all'innominabile ferita che ha segnato la sua infanzia.

Io sono single perché non l'ho ancora incontrato, perché il mio amore di questa vita e di quelle passate, quando ci siamo incontrati, non era pronto. 
E nemmeno io. Evidentemente.


Ho già fatto una recensione “accademica” – nel senso di “tradizionale” – del romanzo Olivia di Paola Calvetti per il portale dedicato alla letteratura Solo Libri. Voglio farne un’altra qui, sul mio blog, che spieghi come ho vissuto questa lettura e perché mi ha emozionata ben oltre quello che potessi aspettarmi. Il fatto è che mi sto convincendo che sia tutta questione di Serendipity, o Serendipità, in italiano, termine che però a mio avviso perde gran parte del fascino che ha nella versione inglese. Serendipity è quella specie di predestinazione che fa sì che noi agiamo in una determinata maniera senza conoscere davvero la finalità delle nostre azioni, mossi da una ricerca instancabile, a tratti persino ossessiva, di qualcosa che non sappiamo nemmeno di cercare, qualcosa di cui non sappiamo di avere bisogno, finché non lo troviamo. 

Una splendida video-recensione!

Ieri, aprendo FB, per poco non svenivo... Una carissima ragazza, oltre che you-tuber di talento, Luisa, ha letto e recensito il mio romanzo "In ricordo di noi" e ne ha realizzato una video-recensione per il suo canale. Il libro gliel'avevo mandato io, sapendo che lei recensisce solo libri che le piacciono. Sapere che le è piaciuto, sapere che l'ha letto in sole due sere e che l'ha commossa profondamente... beh, che dire, c'è forse qualcosa di più bello per uno scrittore? 
Una gratificazione più grande? La cosa meravigliosa è che lei ha compreso fino in fondo il senso della storia, l'ha compreso come forse nessuno aveva fatto finora, anche se in molti l'hanno letto e recensito prima di lei. Persino io, che la storia l'ho scritta, mi sono commossa sentendo le parole di Luisa, che ha anche letto un brano scegliendo una musica bellissima, perfetta per riprodurre l'atmosfera di quel passaggio in particolare del romanzo. 
Se avete un po' di tempo ascoltate la recensione e date un'occhiata al suo bellissimo canale in cui parla dei libri che più le sono piaciuti. D'ora in poi, ogni volta che mi sentirò scoraggiata, ogni volta che crederò di sprecare tempo scrivendo e che magari non ne sono all'altezza, mi rivedrò la sua recensione... grazie di cuore Luisa :-)!!!


ANTEPRIMA Iperborea: "La vendetta della verità"

Da oggi in tutte librerie "La vendetta della verità" di Karen Blixen, l'unico testo teatrale fino a oggi inedito in Italia della grande scrittrice danese, pubblicato da Iperborea in occasione del cinquantenario della sua morte. All'interno del programma di Festival Caffè Copenaghen, giovedì 7 giugno Luca Scarlini terrà una conferenza-spettacolo su "La vendetta della verità" e il legame tra Karen Blixen e la musica (alle 18.30 alla GAM di Milano).
Karen Blixen
LA VENDETTA DELLA VERITA'
Traduzione dal danese: Francesco Gallavresi

Postfazione: Luca Scarlini

Pagine: 64
Prezzo: 9,50 euro


Frutto di un progetto giovanile che andò incontro a diverse revisioni e prese forma definitiva negli anni africani, La vendetta della verità fu iniziata verso il 1902 e pubblicata per la prima volta in Danimarca nel 1926, otto anni prima delle Sette storie gotiche
Fu la prima delle opere che sancirono il successo di Karen Blixen, anticipando molti temi a lei cari: la visione dell’esistenza come “capriccio del destino” (che venne poi utilizzata in un episodio importante del racconto Le strade intorno a Pisa - ne Le sette storie gotiche), la bellezza del gioco degli automi, la fuga dall’identità percepita come trappola, limite e blocco dell’immaginazione, la centralità del travestimento e dei simulacri, etc. 
La realtà storica si perde in una fiaba filosofica di sapore shakespeariano in questa breve commedia per marionette incentrata sul piano malefico dell’oste Abramo, che usa la cinica figlia Sabina per attirare in una trappola Jan Bravida, lanzichenecco, poeta e critico teatrale, e poi farlo uccidere dal suo sinistro tuttofare Mopsus. A scombinare le carte e vendicare la verità arriva il sortilegio di Amiana, incantata figura demiurgica a metà tra strega e fata, per cui tutte le bugie dette durante le notte si avvereranno, e il destino di ogni personaggio conoscerà un nuovo corso. Vari sono gli studiosi che hanno voluto vedere in quest’opera il simbolo di una più generale attitudine verso la realtà: l’elogio di un travestimento e di una mistificazione a cui contribuiva la sua fisicità diafana (che il grande Cecil Beaton rese in un celebre ritratto e che a Ugo Mulas ha rappresentato in numerose fotografie con l’immancabile sigaretta in bocca). 
Tra maschere e messinscene, nei nomi adottati nel corso della sua esistenza, nelle vesti di Osceola o di Isaak Dinesen, è evidente che la verità (se non sociale, almeno psicologica) è l’interesse principale di una ricerca che unisce estetica ed etica: nel ritmo perfetto del racconto della moderna Sheherazade, i simulacri vengono svelati, le maschere notturne fanno vedere volti altrettanto misteriosi, altrettanti spunti per altre possibili storie seguenti. 

L'AUTORE - Nata a Rungstedlund, dove trascorre l’infanzia segnata dal suicidio del padre, Karen Blixen (1885-1962) trova rifugio dal claustrofobico ambiente familiare sposando nel 1914 il cugino barone Blixen-Finecke e trasferendosi con lui in Kenya, dove rimane anche dopo il divorzio, per ritornare in Danimarca solo nel 1931 e dedicarsi alla letteratura. 
Donna carismatica e grande narratrice, candidata più volte al Nobel, le sue maggiori opere sono ormai classici tradotti in famosi film come La mia Africa, Il pranzo di Babette e Storia immortale. Iperborea ha pubblicato il saggio sull’autrice Karen Blixen. Un conflitto irrisolto scritto dall’intellettuale e suo amico personale Ole Wivel.

lunedì 4 giugno 2012

"Come sono strani gli uomini" - Ovejero José

Come sono strani gli uomini
Pagine: 208
Formato 11 x 18,5
Uscita: aprile 2012
Prezzo: € 7,00 
Traduzione: Bruno Arpaia
EAN 978-88-6243-115-6


Dieci racconti dove gli uomini e le donne – creature tormentate dai desideri spesso inconfessabili – si osservano, si spiano, si sfidano. Ed è proprio il desiderio il filo conduttore di questa raccolta, con le complesse e molteplici reazioni che provoca nei protagonisti: dubbio, paura, inquietudine, passione. Una galleria di personaggi in cui ognuno di noi, riflettendo con un po’ di onestà e ironia, può ritrovare qualcosa di sé.

Nato a Madrid nel 1958, è vissuto in Germania e poi a Bruxelles, dove risiede attualmente, conciliando per lungo tempo il lavoro di interprete con quello di scrittore. La sua produzione letteraria comprende vari generi: sia racconti, Cuentos para salvarnos todos (1996) e Come sono strani gli uomini (Voland 2003), che romanzi, fra cui Nostalgia dell'eroe (Voland 2005) e Huir de Palermo (1999). Vanno menzionati anche i libri di viaggio, Bruselas (1996) e Cina per ipocondriaci, quest'ultimo insignito del premio Grandes Viajeros nel 1998 (uscito in italiano per Feltrinelli). Con la raccolta di poesie Biografía del explorador ha vinto il premio Ciudad de Irún nel 1993. È stato anche insignito del prestigioso premio Primavera per il romanzo La vita degli altri (Voland 2008). I suoi libri sono tradotti in francese, tedesco, portoghese e olandese.

domenica 3 giugno 2012

"Uccidi per me" - Karen Rose

Finalmente posto le recensioni dell'ultimo capitolo della "Daniel Vartanian Trilogy", la spettacolare trilogia romantic-suspence di un'autrice semplicemente divina, Karen Rose.
Il terzo e ultimo capitolo si chiama "Uccidi per me" ("Kill for me") e assolutamente non ha deluso le mie aspettative (altissime), anzi! Qui sotto c’è lo schema della trilogia, cliccando sui nomi dei primi due romanzi potete leggere le rispettive recensioni. Vi consiglio vivamente di leggere i tutti i volumi, sia perché così capirete meglio la trama, già di per sé piuttosto ingarbugliata, sia perché sono davvero belli e val la pena leggerli tutti! Inoltre come sapete la Leggere Editore ha prezzi molto bassi: questi, per esempio, costano 10 euro l’uno e on-line sono sempre col 15% di sconto!
Ma bando alle ciance e… Buona lettura!

Daniel Vartanian Trilogy:
1. Muori per me (Die for me) - settembre 2010
2. Grida per me (Scream for me) - settembre 2011
3. Uccidi per me (Kill for me) - aprile 2012

Titolo: Uccidi per me
Autore: Karen Rose
Edito: Leggereditore
Collana: Narrativa
Prezzo:10.00 €
Uscita: 26 aprile 2012
Genere: Narrativa, Thriller
Pagine: 544

Una ragazza di appena sedici anni fugge di casa per incontrare un ragazzo conosciuto via chat. Poi, solo il silenzio. Sei mesi dopo la cittadina di Dutton è in preda al caos. Cinque adolescenti hanno perso la vita in circostanze misteriose. E l’unica sopravvissuta sa che è meglio tacere. Presto troverà una coppia disposta ad ascoltarla, che non si fermerà fino a vederci chiaro. Luke Papadopoulos conosce bene le insidie della rete, sa cosa si nasconde dietro profili verosimili costruiti per raggirare innocenti ragazzine. Susannah Vartanian è stata costretta a tornare a Dutton, e non potrà fare a meno di ricordare ciò che ha provato a dimenticare per anni. Insieme si troveranno a mettere sotto accusa un’intera comunità, un paese che si regge sulla menzogna e sul crimine, sui silenzi complici e sul potere di segreti troppo a lungo taciuti.