clicca sulla copertina per entrare nel mondo dei miei libri


giovedì 11 aprile 2013

Porno femminista, amplessi e cinema hard visti da una donna

Secondo le statistiche, un visitatore su tre di siti come “YouPorn” è donna.
Ebbene sì, le donne non lo ammetterebbero mai, ma guardano il porno esattamente come gli uomini, e se ci fossero meno pregiudizi magari lo guarderebbero di più,  più spesso.
Peccato che il porno – quello che conosciamo, quello che si trova sui suddetti siti e che ormai invade la rete, al punto che persino i ragazzini possono accedervi come e quando vogliono – beh, questo porno è orribilmente diseducativo. E no, non perché si parla di sesso, e il sesso è peccato e non si fa e comunque se si fa non se ne parla e blablabla. No, dovremmo ficcarci in testa che il sesso è bello, che più se ne fa e meglio è, che è bello giocare, sperimentare, scambiarsi ruoli, provare esperienze e posizioni diverse, amare con tutto – corpo-cuore-anima-cervello – a 360 gradi, che siamo esseri umani anche per questo e davvero non c’è niente, niente che rappresenti la vita meglio del sesso.
Dovremmo ficcarcelo in testa (no, la scelta del verbo non è casuale, oltre a Freud lo dico anch’io!) e ancor di più dovremmo ficcarlo in testa ai nostri ragazzi.
Dovremmo dirgli che uno può credere in Dio e farsi delle sacrosante scopate, che proteggersi dalle malattie non è tentato omicidio di ipotetico futuro minore e che se Dio ci ha donati di un corpo così sensibile, così vibrante, così pronto a darsi e a ricevere, beh, un motivo ci sarà!
E chissenefrega di chi dice il contrario. 
Abbiamo un cervello, ci serve per pensare autonomamente, non certo per aderire pedissequamente a dogmi dettati da qualcun altro. Questo solo per chiarire cosa penso io del sesso, perché già prevedo le accuse di moralismo di chi non capisce una mazza di ciò che legge.

Il problema è che il porno – tutta la pornografia com’è concepita fin dalla sua nascita – è profondamente misogino. Non maschilista, attenzione, ma proprio misogino.
Il perché lo spiega ampiamente un bellissimo libro di qualche tempo fa, Pornopotere di Pamela Paul.
I film porno replicano stereotipi che vedono le donne oggetto dei desideri e delle voglie maschili, e la situazione è ancora peggiore se si considera il porno italiano, che letteralmente pullula di INCESTI e STUPRI…. Ci rendiamo conto? Davvero è questa l’idea di sessualità che vogliamo trasmettere ai nostri figli o comunque alle generazioni che disgraziatamente imparano a fare sesso proprio guardando questo genere di pornografia?

Del resto, anche se è impossibile fare delle stime precise, visto la difficoltà di reperire statistiche oggettive, è un dato di fatto che moltissime pornostar e attrici hard hanno alle spalle un passato di violenza, e che le testimonianze di alcune di loro relative alla situazione sui set a luci rosse è agghiacciante. Non è un caso se moltissime pornostar – Jenna Jameson su tutte, come rivelato da lei stessa nella sua biografia – nell’infanzia hanno subito abusi sessuali orribili, dalle violenze da parte degli uomini di famiglia agli stupri di gruppo. E non è nemmeno un caso se moltissime di loro fanno una brutta fine, morte suicide oppure di overdose. Un giorno, in un articolo a parte, vi parlerò di Sandy Balestra, pornostar molto conosciuta negli anni Novanta, la ragazza cui Rocco Siffredi in un film mise la testa nel cesso per poi tirare lo scarico.
In un altro articolo, che sennò rischio di perdere il filo.

E per chi si stesse chiedendo come faccio a sapere tante cose sul mondo della pornografia, la risposta è semplice: le ho studiate. Perché la mia tesi in sociologia aveva molto a che fare con questo mondo, ma anche questo è un altro discorso.
Il problema non è il porno, ma il sessismo becero che lo pervade, e soprattutto il fatto che il porno è pensato e realizzato da uomini, soprattutto è realizzato in modo da mettere in scena desideri, perversioni e fantasie esclusivamente maschili; per rappresentarle ovviamente sono necessarie anche attrici donne, che recitano però una parte assegnatagli dagli uomini.
Accade così, del tutto coerentemente, come fa notare Pamela Paul, che le attrici siano il più delle volte molto più belle dei loro colleghi maschi, che non di rado sono vecchi, brutti e panzuti.
Quale ragazza reale avrebbe come fantasia sessuale quella di praticare una fellatio a un vecchio disgustoso? Ci vorrebbe un porno più rispettoso della dignità dei due sessi e dei loro legittimi desideri.

Prestazioni lunghissime e degne di un allenamento in palestra, posizioni acrobatiche e pratiche svilenti per la donna, dove le attrici simulano il piacere a esclusivo beneficio maschile: si tratta di un piacere che non provano, anche perché se gli attori maschi hanno sempre un orgasmo a fine scena, le dirette interessate ammettono candidamente che un’attrice hard quasi mai ha un orgasmo sul set di un film porno, né prova piacere; se è fortunata, non prova nulla. È un lavoro come un altro, dicono.

Nei film porno il piacere femminile non viene tenuto in nessuna considerazione, perché il film porno è la rappresentazione del desiderio maschile nella sua espressione peggiore.
E il vero problema è che sempre più persone, uomini e donne, vivono una sessualità improntata sugli stereotipi veicolati dai film porno.
Sempre più uomini credo che è imitando i pornoattori che faranno felice una donna.
C’è bisogno di dire che non v’è convinzione più errata?
Proprio per questo motivo mi ha molto incuriosita la notizia che a Toronto si sono appena tenuti i “Feminist Porn Awards”, gli Oscar del porno… femminista!

Quelli che finora erano due termini antitetici, improponibili nella stessa frase, oggi potrebbero convivere alla perfezione, o perlomeno così pensa la “guru” di questo movimento, Carlyle Jansen, che proprio a Toronto gestisce un negozio di giochi sessuali per sole donne.

Che il nuovo femminismo passi proprio per il porno? Non male, come idea.

Se pensiamo che tutto cominciò con la celebre frase “l’utero è mio e me lo gestisco io”, sembrerebbe quasi un ritorno alle origini.
Ancor di più considerando che il messaggio originario della rivoluzione sessuale anni Settanta è stato completamente stravolto, rivoltandosi contro le stesse donne, che da essere private di una sessualità libera, sono state praticamente ridotte alla propria sessualità.
Lo vediamo giornalmente sui giornali, sul web, per strada ma ancor di più in televisione.
Il porno femminista dice addio alle bambolone siliconate tutte tette e labbra in favore di un’immagine femminile più spontanea, realistica e appassionata: sul set dei film prescelti, infatti, solo orgasmi reali, piacere vero e intrecci un pelo (nemmeno questo termine è a caso!) più approfonditi rispetto al porno tradizionale, dove ogni cosa si riduce all’amplesso.
Non solo film lesbo, ma anche etero, che non risparmiano scene forti.
Non certo un porno soft, dunque, semplicemente una messa in scena dei desideri delle donne, sottomissione e voyerismo compreso, perché non si censura nulla, ma ogni scena viene registrata nel pieno rispetto delle attrici, cosa che nella pornografia non accade quasi mai.
Anche se molte femministe ritengono il porno inconciliabile con la dignità delle donne, io in questo caso non sono d’accordo… voi che ne pensate?

4 commenti:

  1. Penso che l'argomento sia difficile per molte, però mi piace che tu l'abbia affrontato e che se ne possa discutere in modo così sereno e senza tabù.

    Il porno, inteso nella sua accezione generale, è assolutamente misogino e di parte, concepito da uomini, adatto all'uso e consumo maschile, sono d'accordissimo.
    Questo sottintende che io sappia di cosa sto parlando, e non mi crea problemi affermare che mi è capitato di vedere film porno e, il più delle volte, di leggere racconti erotici.
    Pare che la fantasia femminile sia scatenata più dall'immaginazione che solo dalle scene.
    Ma, ad ogni modo, anche i racconti erotici scritti troppo superficialmente, o dagli uomini stessi, hanno quel velo di noia che non porta all'eccitazione.
    Pare di leggere sempre la stessa cosa, elaborata male, per altro.
    Per i film vale lo stesso, direi.

    Un porno più al femminile non sarebbe meno porno, ma conterrebbe tutti quegli accorgimenti che lo renderebbero meno spigoloso e scomodo da vedere per una donna.

    RispondiElimina
  2. io sono d'accordo con te rossella...e aggiungo che sarebbe anche da cambiare il linguaggio che si usa...ti parlo di video che si trovano su internet..dove le descrizioni dei video sono molto offensivi e violenti verso le donne..

    RispondiElimina
  3. Alcune riflessioni: se era vero che le attrici porno un tempo provenivano da un passato di violenza sessuale (la protagonista del primo porno commerciale"Gola profonda" su tutte) o, comunque, dal mondo della prostituzione, ora questa realtà è in parte superata.. Ai casting, promossi soprattutto nei paesi dell'est europeo, si presentano anche ragazze non forzate da nessuno, ritengo, se non dalle condizioni sociali di ricchezza non ancora diffusa come da noi. Tra l'altro presumo che la crisi economica stia ancora mutando nel frattempo quel che affermo. Anche la prostituzione sta mutando o, se vogliamo, si sta arricchendo (ahimè) di nuove figure.
    E' assolutamente vero che i film porno si basano sull'immaginario sessuale esclusivamente maschile, ma anche se la regista è donna, di solito. Questo perchè si presume che il pubblico prevalente sia maschile e questo in parte nasce dal fatto comunemente accettato che gli uomini si eccitano soprattutto con gli occhi, le donne col cervello (anche se ammetto che potrebbe essere un fatto in gran parte o per intero indotto socialmente, anzi ne sono quasi convinto).
    Se lo spettatore medio del porno fossi io, i video sarebbero di tutt'altro tipo. Quelli attuali sono costruiti in maggioranza per una rapida autosoddisfazione (fisiologicamente,maschile). Purtroppo però questi porno stanno diventando cultura diffusa e questo sta riducendo a stereotipi da set a luci rosse la sessualità delle giovani generazioni, che (orrore) si va modificando per imitazione. Così basta leggere le avventure dei nostri giovinetti su un qualche forum specializzato: ormai fin dal primo incontro non solo il maschio ,ma pure la ragazza stanno imparando che la sodomia è pratica di normale routine, anzi preferenziale (chi non si adegua è anormale) e, prima di iniziare, è bene sputacchiare sonoramente sui genitali del partner (Siffredi docet)

    RispondiElimina
  4. Come è giusto che sia per una Dea, comoda nel mio divano, pur di baciare i miei divini piedi, il mio schiavo è disposto a tutto. Darò sfogo al mio sadismo, ogni schiocco di frusta è musica per le mie orecchie, ogni suo lamento è piacere per me. Il compenso alla fine sarà grande
    Visit Mistress Gaia Clips Store

    RispondiElimina