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venerdì 30 novembre 2012

Pensieri notturni


Queste notti mi fanno ripensare a com'era dolce addormentarci abbracciati mentre fuori pioveva e la città tratteneva il fiato per non disturbare la notte... 
e allora mi dico che siamo stati saggi, abbiamo fatto bene ad arrenderci prima che il nostro amore si trasformasse in rabbia, prima che il rancore reciproco spazzasse via tutto il bello che c'era stato. 
Ed è stato tanto.

mercoledì 28 novembre 2012

Lasciarsi un giorno a Roma

Tanto lo sai che sei tu il motivo per cui odio Roma.
Il motivo è quella sera di novembre di due anni fa, la pioggia che picchiava dal pomeriggio e la metro impazzita, la gente che si accalcava e mi trascinava via, tutti quei volti tristi e stanchi che fissavano il vuoto.
Ho tremato per tutto il tempo che c'è voluto a raggiungere la Laurentina. 
Il mio ricordo si interrompe quando ho intravisto te che mi venivi incontro tra le gente. Riprende con il rumore della pioggia che non la smetteva di battere contro il tettuccio dell'auto, l'auto ferma sotto casa mia - quell'auto che aveva visto tutto di noi, dalla Puglia a Roma e viceversa un milione di volte, e poi le liti, le risate e tutto quell'amore sprecato - e io che non riuscivo a respirare perché mi mancava l'aria, perché le lacrime mi soffocavano ma proprio non riuscivo a smettere, perché io non piango mai, ma se inizio a piangere non la smetto più.
Non ci siamo abbracciati, non ci siamo sfiorati, non ci siamo detti niente. 
Il momento della fine è quello in cui tutte le parole sono state già dette, il momento della fine è quello in cui ti rendi conto che tu e lui potreste anche vivere l'uno accanto all'altra per l'eternità, ma non sarete mai più vicini. Ci si può amare una volta sola, e noi la nostra l'abbiamo sprecata.

…un giorno, a Roma…. lasciarsi e poi dimenticarsi…

sabato 24 novembre 2012

Vincitori "Amore e Musica"!

Cari amici,
è arrivato il momento che molti di voi aspettavano con ansia: finalmente abbiamo i vincitori del concorso letterario “Amore e Musica” organizzato in collaborazione con la casa editrice Florestano! Cogliamo l’occasione per ringraziare tutti quelli che ci hanno scritto mandandoci il loro elaborato. 
Vista la quantità e la qualità dei lavori giunti in casa editrice, la scelta è stata davvero difficile; abbiamo preferito temporeggiare e rileggerli più volte per essere certi di aver preso le decisioni giuste.
La giuria, me compresa, ha letto i racconti rigorosamente anonimi, solo a scelta avvenuta li abbiamo abbinati a dei nomi, che sono i seguenti:

La giornata di gloria di Gregori Antoni Zvonko
di Stefano Cordoni

Aria. Con leggerezza
di Alessandra Simona Columbaro

Per Elisa
di Raffaele Marra

Frankie
di Valerio Bruner

È solo musica
di Elena Bulfon

Note di zucchero
di Roberto Baldini

Il rosso e il nero
di Mara Luna

Mi complimento con i vincitori, che saranno informati personalmente tramite mail. Sarà inviato loro il contratto di edizione e una volta firmato potremo passare all’editing e poi alla pubblicazione di un volume che ho voluto con tutte le mie forze e che credo costituirà una splendida lettura per tutti gli amanti della musica e non!

mercoledì 14 novembre 2012

"L'altra famiglia" - Jodi Picoult

L'ALTRA FAMIGLIA
Autore: Jodi Picoult
Traduzione: Lucia Corradini Caspani
Pagine: 464
Prezzo: € 18.60
Collana: Romance
In libreria dal: 14 Giugno 2012


Zoe Baxter per dieci anni ha cercato disperatamente di avere un figlio e finalmente il sogno suo e del marito Max sembra diventare realtà: ormai è al settimo mese di gravidanza. 
Ma il sogno è destinato a tramutarsi in un incubo. Anche questa volta Zoe non riesce a portare a termina la gravidanza e il suo matrimonio non regge di fronte a questo ennesimo, grande dolore.
Zoe si rifugia nella sua professione di musicoterapeuta e insieme alla collega Vanessa cerca di aiutare un adolescente che ha tentato il suicidio. 
Fra le due nasce un’amicizia profonda che, con grande sorpresa di Zoe, è destinata a diventare amore. Al punto che Zoe spera di poter costruire una nuova famiglia e di avere con Vanessa quel figlio tanto desiderato, grazie agli spermatozoi conservati da lei e Max in una banca del seme. 
Ma Max si oppone con tutte le sue forze all’idea che Zoe possa avere un figlio, che lui rivendica anche come suo, insieme a un’altra donna. 
Il caso finisce in tribunale, dove si scontreranno non solo Zoe e Max, ma anche due concezioni diverse e opposte della famiglia, e dove i sentimenti più profondi e radicati di ciascuno verranno alla luce, fino all’inatteso e sorprendente finale.  
 
"I romanzi di Jodi Picoult non restano a prendere polvere sul comodino. E questo non fa eccezione: è un libro che si divora."
Los Angeles Times

UN BRANO  
"Si perdono le chiavi, il portafogli, gli occhiali. Si perde un lavoro. 
Si perde peso. Si perde il denaro. Si perde la memoria. Si perde la speranza; si perde la fede. Si perde il senso dell’orientamento. Si perde traccia degli amici. Si perde la testa. Si perde una partita a tennis. 
Si perde una scommessa. Si perde un bambino, o almeno così dicono. Ma io so esattamente dov’è."

Jodi Picoult, la regina del legal thriller della nuova America, vive ad Hanover, New Hampshire, con il marito, i tre figli e numerosi animali domestici. Nel 1992 ha scritto il suo primo libro e da allora ha venduto 12 milioni di copie in tutto il mondo. Ha vinto numerosi premi letterari fra cui il New England Bookseller Award for Fiction, il Book Browse Diamond Award, il Fearless Fiction Award, il Virginia Reader’s Choice Award e molti altri ancora americani e inglesi. Da La custode di mia sorella è stato tratto nel 2009 il film di Nick Cassavetes con Cameron Diaz e Alec Baldwin. Sito ufficiale dell'autrice.

*La mia recensione*

"L’altra famiglia" è l’ultimo, commovente libro di Jodi Picoult, nuova regina del legal thriller americano e autrice del best-seller "La custode di mia sorella", da cui è stato tratto l’omonimo film con Cameron Diaz e Alec Baldwin. Difficile catalogarlo in un genere: volendo a tutti i costi definirlo, infatti, si correrebbe il rischio di sminuirne la complessità, le mille sfaccettature che a mio avviso ne fanno uno dei romanzi più affascinanti e intensi usciti in Italia negli ultimi mesi. 

domenica 11 novembre 2012

Un libro e un ricordo: "Moonlight Shadow" di Banana Yoshimoto


Questa nuova rubrica nasce per condividere con voi le emozioni trasmesse dai libri e ricordare a me stessa come alcuni di essi hanno segnato la mia vita, cambiando il mio modo di essere, di pensare e di vedere le cose. Io ai libri devo molto, forse tutto. Devo loro ciò che sono, ma soprattutto devo loro una riconoscenza infinita per avermi sempre “sollevata” nei momenti in cui la vita sembrava mettercela tutta per trascinarmi sempre più a fondo. “Un libro e un ricordo” vuol essere un tributo ai libri e un modo, spero gradito, di condividere con voi qualcosa di me.

Non potrò mai dimenticare la prima volta in cui ho letto Banana Yoshimoto (per la precisione Kitchen, il suo primo romanzo, che in appendice conteneva il racconto che è stato la tesi di laurea dell’autrice, intitolato Moonlight shadow come la celebre canzone). 
Copertina dell'edizione Feltrinelli
Sul calendario l’inverno stava finendo, ma faceva ancora freddissimo e nell’aria gelida di Urbino non c’era alcun sentore di primavera. Quella notte ero sola in casa, le mie coinquiline erano già tornate andate via per le vacanze di Pasqua, io invece ero stata costretta a trattenermi un paio di giorni in più per registrare un esonero. Infreddolita e malinconica, già alle dieci mi misi sotto il piumone con il gatto Giannetto accanto, la tv accesa in sottofondo (non l’ascolto quasi mai, ma se sono sola la lascio accesa per illudermi di avere compagnia) e ovviamente un libro in mano. Era "Kitchen", appunto, e lo divorai nel giro di qualche ora. Quando arrivai al racconto in appendice, si era ormai fatta notte fonda. Avevo sonno, ma la curiosità era forte… poi lessi l’inizio (la parte che riporto qui sotto) e non riuscii più a fermarmi. Questo racconto mi fece piangere moltissimo. È incredibile come la Yoshimoto riesca a rendere il dolore palpabile, a trasmetterlo al lettore proprio come se fosse lui stesso a provarlo. Sarà stata la fragilità di quell’ora tarda o la solitudine di quei giorni, ma ne ricavai un’impressione fortissima. Sperai ardentemente che un dolore del genere non mi sfiorasse mai, ma non fu così; tocca a tutti, prima o poi, avere a che fare con la perdita della persona amata. E allora puoi solo scriverti il suo nome sul cuore e andare avanti, accettare di cambiare perché è inevitabile. Peccato che col tempo Banana Yoshimoto mi sia scaduta – tutti uguali i suoi libri, e sempre più banali! –, peccato davvero perché la notte in cui l’ho letta per la prima volta non la scorderò mai.

"Hitoshi  andava in giro con un campanellino attaccato al portatessera, non se ne separava mai. Era un piccolo dono che gli avevo fatto quando non eravamo ancora innamorati.  Non aveva nessun significato particolare, ma lo portò con sé fino all’ultimo. Lo conobbi in seconda liceo, anche se era di un’altra classe, perchè, come me, era tra gli organizzatori della gita scolastica di quell’anno. Il programma era diverso per ogni classe, facemmo insieme solo il viaggio di andata in treno. 
Sul binario, riluttanti a separarci, ci stringemmo scherzosamente la mano. Fu in quel momento che mi ricordai per caso di avere in una tasca della divisa un campanellino caduto dal collare del gatto. Glielo diedi dicendo: ‘Un regalino d’addio’. Lui rise e fece: ‘Che roba è?’, ma con grande cura lo avvolse nel fazzoletto come se si trattasse di una cosa importante. Rimasi molto sorpresa: mi sembrava un gesto insolito per un ragazzo della sua età. Che strano, fare una cosa del genere, pensai. Che l’avesse fatto perchè glielo avevo dato io, o solo per buona educazione,  il suo gesto mi piacque molto. 
Quel campanello mise in moto i nostri sentimenti. Ci rimase in mente per tutto il resto del viaggio, ogni volta che il campanello tintinnava, lui si ricordava di me e del tempo trascorso insieme, e io passavo i giorni a pensare a lui e a quel campanellino che lo accompagnava sotto un cielo lontano. Al ritorno cominciò un grande amore.
Per quasi quattro anni il campanello fu con noi a tutte le ore, invariabilmente. 
Con noi divise ogni momento che passammo insieme, il primo bacio, le grosse liti, il bel tempo, la pioggia, la neve, la prima notte. Ogni volta che Hitoshi tirava fuori il portatessera, che usava anche come portafogli, udivamo quel tintinnio fievole e argentino. E’ un suono che ho ancora nelle orecchie, dolcissimo.

giovedì 8 novembre 2012

l'Eros di qualità

Molti di voi sapranno che collaboro come editor con Lite Editions, casa editrice milanese che ha pubblicato in e-book anche un mio racconto “L’uomo di mia madre”. Collaboro e pubblico con loro perché li reputo editori seri, preparati, che diffondono un eros di qualità, mai banale né volgare. Soprattutto si tratta di un editore che non manda i propri autori allo sbaraglio, ma interviene sui loro testi con un editing approfondito ed efficace, corredato da una grafica professionale. 
In attesa del nuovo, spettacolare sito, che sarà on-line per la metà di novembre, potete acquistare i loro e-book su tutti i portali di vendita libri on-line (IBS, Amazon, laFeltrinelli, Bol, ecc.). Qui sotto, un brano tratto da "L'Eunuco e la Fanciulla", di Francesca Rossi, terzo episodio della serie "Meknès".

"Il basso ventre si sollevò con piccoli movimenti rotatori: ero ormai al culmine dell’eccitazione e quell'attesa mi faceva soffrire e mi stuzzicava. Fremevo al pensiero di essere posseduta da un uomo cosi tenero e forte al tempo stesso e il desiderio mi stava esasperando al punto tale da voler premere la mia pelle contro la sua, implorarlo di fare presto, di colmare quell'onda di voluttà che si era impadronita di me e avanzava sempre più veloce. Ma non mi mossi: l’attesa del godimento mi faceva sentire viva e il mio cuore pulsava senza esitazione verso la vita e l’amore.
"L'eunuco e la favorita", secondo episodio "Meknès"
La sensazione di un fuoco che mi stava divorando si trasformò in una serie di gemiti lievi e armoniosi. Sentii la mia stessa voce cantare sulle note del piacere, con l’unico obiettivo di esplodere aggrappandomi con tutte le forze all'oggetto della mia passione. Abdallah mi chiese di voltarmi e sentii la sua mano calda scivolare giù per la mia schiena, disegnando le forme del mio corpo. Le carezze mi provocarono dolore. Mi fecero male pur donandomi piacere. Eppure non feci nulla per allontanarle da me, quasi ne avessi bisogno e non potessi più farne a meno. I brividi di eccitazione si moltiplicarono, sfumando dalla docile sottomissione al volere del mio uomo, fino a una rabbiosa voglia di sentirlo dentro di me. Mi stupii dei miei stessi pensieri e capii che non sarei riuscita a trattenermi ancora a lungo.
A un tratto sentii la sua bocca fremente sul collo e sulle spalle. 
Labbra dure ma esitanti mi percorsero di nuovo e io mi aggrappai al cuscino, provando una sorta di piacevole dolore. Mi girai e lo baciai, trattenendoli la nuca, quasi temessi che potesse scappar via. Non avevo mai pensato che un bacio potesse essere cosi dolce e travolgente.

Concorso Amore & Musica: i finalisti

Cari amici, scrivo questo breve post per una comunicazione di servizio. In molti, tra quelli che mi seguono, hanno partecipato al concorso “Amore & Musica” e mi chiedono aggiornamenti circa i risultati. Mi scuso per l’attesa – per questioni di logistica è andato un po’ per le lunghe il processo di lettura da parte dei giurati, che si trovano in regioni diverse o all'estero – ma finalmente ci siamo… manca davvero pochissimo: attualmente ci sono già i racconti finalisti che in questo mese saranno attentamente vagliati dall’editore (Florestano).
I nomi dei vincitori saranno annunciati i primi di dicembre sul blog e sulla pagina FB dedicata al concorso. Ovviamente ciascuno di essi verrà contattato in privato sia per la firma del contratto che per il lavoro di editing, di cui mi occuperò io. Il libro uscirà nei primi mesi del 2013. 
Vi ringrazio tutti per l’attenzione e ancora di più ringrazio chi ha partecipato regalandoci un bel racconto d’amore e musica!

lunedì 5 novembre 2012

Recensione "L'uomo di mia madre"

Cari amici, ancora una bella recensione di “L’uomo di mia madre”! Devo ammettere che sono molto orgogliosa di questo mio racconto e soprattutto di come è stato curato da quelli della Lite Editions. Se l’avete letto raccontatemi le vostre impressioni! 
Ed ecco la bella recensione di Irene Pecikar.

"Lei una adolescente con genitori divorziati e una madre che cambia spesso fidanzato. Lui il tredicesimo uomo di cui sua madre si è innamorata. Due figure femminili in competizione: la figlia, acerba e un po’ ribelle, la madre, sempre in tiro. Lei detesta la madre assente, la madre incomincia ad accorgersi che la figlia non è più una bambina. E di questo pare se ne accorga anche Salvatore, il fidanzato della madre. 
Uomo tutto d’un pezzo, avvocato,  la tiene alla larga con un comportamento molto distaccato. Lei un po’ ne soffre, prima per la presenza di un nuovo uomo in casa, poi per la freddezza con cui la tratta. Così si dedicata ai suoi coetanei e pure a quelli più grandi: da quando l’uomo di sua madre è nei paraggi, lei avverte uno strano calore… 
Lo cerco, lo guarda, lo provoca. E se anche lei non gli fosse poi così indifferente? Quando una scintilla scocca pronta a far ribollire il sangue, si può spegnerla? Una scrittura leggera e genuina, quella di Rossella Martielli, che, già finalista del Premio Romance Magazine, si cimenta in una sfumatura erotica di classe in questo bel contemporaneo narrato in prima persona."

Qui potete leggere la recensione e una mia intervista esclusiva!

sabato 3 novembre 2012

La parola ai libri: "I fratelli Karamàzov" - F. Dostoevskij

"La bellezza è una cosa terribile e paurosa. Paurosa, perché è indefinibile, e definirla non si può, perché Dio non ci ha dato che enigmi. Qui le due rive si uniscono, qui tutte le contraddizioni coesistono. 
Io, fratello, sono molto ignorante, ma ho pensato molto a queste cose. 
Quanti misteri! Troppi enigmi sulla terra opprimono l'uomo. Scioglili, se puoi, e torna salvo alla riva. La bellezza! 
Io non posso sopportare che un uomo, magari di cuore nobilissimo e di mente elevata, cominci con l'ideale della Madonna e finisca con l'ideale di Sodoma. Ancora più terribile è quando uno ha già nel suo cuore l'ideale di Sodoma e tuttavia non rinnega nemmeno l'ideale della Madonna, anzi, il suo cuore brucia per questo ideale, e brucia davvero, sinceramente, come negli anni innocenti della giovinezza. 
No, l'animo umano è immenso, fin troppo, io lo rimpicciolirei.
Chi lo sa con precisione cos'è? Lo sa il diavolo, ecco! Quello che alla mente sembra una infamia, per il cuore, invece, è tutta bellezza. 
Ma c'è forse bellezza nell'ideale di Sodoma? Credimi, proprio nell'ideale di Sodoma la trova la maggioranza degli uomini!
Lo conoscevi questo segreto, o no? La cosa paurosa è che la bellezza non solo è terribile, ma è anche un mistero. E' che qui che Satana lotta con Dio, e il loro campo di battaglia è il cuore degli uomini. Già, la lingua batte dove il dente duole... E ora veniamo al fatto. Ascolta."
(F. Dostoevskij, I fratelli Karamàzov)

venerdì 2 novembre 2012

Un libro + una ricetta: "Danzando sui vetri rotti" + Torta di mele

In una notte buia e tempestosa, che c’è di meglio di un thriller da leggere magari davanti al camino scoppiettante, divorando una ciambella odorosa di mele? Oppure leggere Jane Austen seduti su una panchina in pietra, sorseggiando te e divorando biscotti al burro fatti in casa? I miei nuovi post sono ispirati proprio a questo legame tra lettura e leccornie: per ogni libro cercherò una ricetta particolare da condividere con voi, un dolce, dei biscotti o magari una torta rustica che per un motivo o per l’altro lega bene col libro. Inizio questa nuova avventura con un libro che mi rende la vita facile… interamente dedicato al cioccolato, si tratta di un romanzo fortemente sconsigliato a chi di voi è a dieta, perché mi ha fatto venire una voglia, ma una voglia che non potete capire!!! Di cosa sto parlando? Continuate a leggere…

La storia narrata da me…
Lucy Houston e Mickey Chandler sono sposati da undici anni. Il loro è un amore intenso e tenace, così tenace da aver resistito negli anni alla depressione bipolare di lui, costretto a frequenti ricoveri in clinica psichiatrica, e all’ombra di morte che grava su di lei, appartenente a una famiglia che annovera numerosi casi di cancro. Non tutto nella vita dipende dalla nostra volontà, e la genetica, ormai è certo, è una spada di Damocle che incombe su di noi e talvolta condiziona pesantemente le nostre esistenze, come accade ai protagonisti del libro. 
La storia tra Lucy e Mickey è iniziata la notte del ventunesimo compleanno di lei, quando le vite dei due si sono incrociate ed è stato subito amore. Un amore pacato, inaspettatamente ragionevole, che vuole sopravvivere nonostante tutto, che si impone di non essere mai avventato, perché in alcune circostanze essere avventati comporta un carico di sofferenza intollerabile. Ecco perché Luci e Mickey si promettono di comune accordo di rinunciare a essere genitori: in nessun caso potrebbero garantire a un bambino un presente solido e un futuro felice. Ma il destino, si sa, non è controllabile dalla volontà. Accade così che, durante un controllo di routine, Lucy scopre di essere incinta…

Il mio commento…
Poche, pochissime parole per descrivere un romanzo semplicemente meraviglioso. Non è esattamente coerente con la linea editoriale finora adottata dalla Leggere Editore, ma ben venga questo cambio di direzione o semplicemente questa pubblicazione di un libro inaspettatamente doloroso ma vero, intenso e toccante come pochi.
La scrittura della Hancock è limpida, raffinata: l’autrice si dimostra una vera maestra nel tratteggiare i caratteri dei protagonisti e nello scivolare quasi in punta di piedi tra le vicende che li vedono coinvolti – a tratti quasi travolti – senza mai essere eccessiva, senza apparire fuori luogo nonostante l’estrema delicatezza degli argomenti trattati. 
Una storia d’amore come tante e insieme come poche, unica come tutti i veri, grandi amori; una storia molto lontana dal tradizionale idillio cui ci hanno abituati i romanzi della letteratura tradizionale sentimentale. Terribilmente vero, a tratti quasi crudo, questo libro è un manifesto dell’amore più puro, quello che tutti, uomini e donne, sognano d’incontrare, anche quando (soprattutto quando!) non lo ammettono. Consiglio “Danzando sui vetri rotti” agli amanti della narrativa autentica, ai sognatori e tutte le persone che hanno bisogno di tornare a credere nell’amore. Fa miracoli, davvero.

Per accompagnare questo libro ho scelto una ricetta a me molto cara, che puntualmente ogni autunno rifaccio più e più volte, con somma gioia (si fa per dire!!!) del mio girovita. Perché in autunno? Perché è una torta di mele, e mai come in autunno ho voglia di mele fresche, croccanti, appetitose sia crude che cotte… e confesso di aver mangiato numerose fette di questa torta proprio mentre leggevo “Danzando sui vetri rotti” di Ka Hancock! La ricetta l’ho trovata anni fa su un giornale; già dopo averla realizzata la prima volta, ho abbandonato tutte le altre ricette di torte di mele che possedevo! È particolare perché i pezzetti di mela si mettono solo all’interno e non sopra, ma per il resto è davvero facilissima anche per i neofiti della cucina.

Torta di mele
Ingredienti
150 g di burro
150 g di zucchero
180 g di uova (3/4 uova medie)
250 g di farina
15 g di lievito
500 g di mele
Scorza di 1 limone grattugiato
Latte q.b.