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giovedì 8 novembre 2012

l'Eros di qualità

Molti di voi sapranno che collaboro come editor con Lite Editions, casa editrice milanese che ha pubblicato in e-book anche un mio racconto “L’uomo di mia madre”. Collaboro e pubblico con loro perché li reputo editori seri, preparati, che diffondono un eros di qualità, mai banale né volgare. Soprattutto si tratta di un editore che non manda i propri autori allo sbaraglio, ma interviene sui loro testi con un editing approfondito ed efficace, corredato da una grafica professionale. 
In attesa del nuovo, spettacolare sito, che sarà on-line per la metà di novembre, potete acquistare i loro e-book su tutti i portali di vendita libri on-line (IBS, Amazon, laFeltrinelli, Bol, ecc.). Qui sotto, un brano tratto da "L'Eunuco e la Fanciulla", di Francesca Rossi, terzo episodio della serie "Meknès".

"Il basso ventre si sollevò con piccoli movimenti rotatori: ero ormai al culmine dell’eccitazione e quell'attesa mi faceva soffrire e mi stuzzicava. Fremevo al pensiero di essere posseduta da un uomo cosi tenero e forte al tempo stesso e il desiderio mi stava esasperando al punto tale da voler premere la mia pelle contro la sua, implorarlo di fare presto, di colmare quell'onda di voluttà che si era impadronita di me e avanzava sempre più veloce. Ma non mi mossi: l’attesa del godimento mi faceva sentire viva e il mio cuore pulsava senza esitazione verso la vita e l’amore.
"L'eunuco e la favorita", secondo episodio "Meknès"
La sensazione di un fuoco che mi stava divorando si trasformò in una serie di gemiti lievi e armoniosi. Sentii la mia stessa voce cantare sulle note del piacere, con l’unico obiettivo di esplodere aggrappandomi con tutte le forze all'oggetto della mia passione. Abdallah mi chiese di voltarmi e sentii la sua mano calda scivolare giù per la mia schiena, disegnando le forme del mio corpo. Le carezze mi provocarono dolore. Mi fecero male pur donandomi piacere. Eppure non feci nulla per allontanarle da me, quasi ne avessi bisogno e non potessi più farne a meno. I brividi di eccitazione si moltiplicarono, sfumando dalla docile sottomissione al volere del mio uomo, fino a una rabbiosa voglia di sentirlo dentro di me. Mi stupii dei miei stessi pensieri e capii che non sarei riuscita a trattenermi ancora a lungo.
A un tratto sentii la sua bocca fremente sul collo e sulle spalle. 
Labbra dure ma esitanti mi percorsero di nuovo e io mi aggrappai al cuscino, provando una sorta di piacevole dolore. Mi girai e lo baciai, trattenendoli la nuca, quasi temessi che potesse scappar via. Non avevo mai pensato che un bacio potesse essere cosi dolce e travolgente.

Mi sembrò di essere trascinata via dalla corrente del mare, senza che potessi, o volessi, ribellarmi. Ero cosi assetata d’amore vero, che diedi dei piccoli morsi alle sue labbra e infine spinsi violentemente la lingua nella bocca, lasciandolo senza fiato. Ci staccammo con il fiato corto per l’emozione, poi mi avvicinai di nuovo a lui bagnandogli le labbra con la lingua. Con uno scatto portai la mano verso il basso ventre e cominciai ad accarezzarmi languidamente; le mie dita esperte sapevano alla perfezione quale strada intraprendere per arrivare al culmine del piacere, o per eccitare un uomo, fermandosi in tempo perché fosse lui a compiere l’ultimo passo."
(Tratto da L'Eunuco e la Fanciulla, di Francesca Rossi. Terzo episodio della serie Meknès)

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