Traduzione di: Giuseppina
Dilillo
EAN: 978-88-6243-106-4
Pagine: 224
Data pubblicazione: aprile
2012
Prezzo: € 14,00
È un anno nero per il detective privato Stuart Malone, ex poliziotto e fanatico di oroscopo e filosofia cinese. Oltre a fare i conti con i propri fallimenti sentimentali è chiamato dalla polizia di New York per risolvere una misteriosa serie di omicidi accomunati da un indecifrabile tatuaggio sui corpi delle vittime. Tra rimedi orientali, feng shui, biscotti della fortuna e coincidenze astrali, il pigro Malone tenta di venire a capo del difficile caso e della propria vita.
*Le mie recensioni*
Pubblicato
da Voland nel 2012, “Scatole cinesi. Quattro stagioni per il detective Malone”
della greca Soti Triantafillou è uno di quei romanzi che rappresentano dei veri
e propri affreschi di una città e di un’epoca. In questo caso si tratta della
New York della fine degli anni Ottanta, che si apprestava a entrare nel
decennio dei Novanta e nell’era di Giuliani, il sindaco italo-americano famoso
per la sua intransigenza, l’autoritarismo e la lotta senza quartiere contro la
criminalità che mai come in quegli anni teneva sotto scacco la Grande Mela, al
punto da farne una delle metropoli più pericolose dell’intero globo. Nel 1989,
anno in cui è ambientato il romanzo, New York aveva infatti raggiunto livelli
di pericolosità eclatanti: la maggior parte dei quartieri erano in mano alla
microcriminalità locale, spesso di provenienza estera, orientale o europea, il
più delle volte a servizio di potenti organizzazioni mafiose internazionali
come quella cinese; incalcolabile il numero dei furti e degli omicidi efferati,
senza un movente apparente, enorme la diffusione delle droghe pesanti –
soprattutto l’eroina – e della malattia ancora semi-sconosciuta che costituirà
la più grande epidemia degli anni a venire, ossia l’AIDS. Inoltre nella New
York di quegli anni convivevano a fatica popoli diversi per razza e cultura –
cinesi, nordafricani, greci ecc. – la cui vicinanza era una specie di bomba a
mano che aspettava solo di essere innescata. Sembrava impossibile riportare
l’ordine in una città che conteneva decine di città diverse, antitetiche,
inconciliabili, che rappresentavano altrettante culture, tra le quali quella
cinese era senza dubbio una delle più chiuse, impermeabili alle influenze
esterne... (continua a leggere su Solo Libri)
Quando
ho preso in mano per la prima volta Scatole cinesi. Quattro stagioni per il
detective Malone, dell’autore greco Soti Triantafillou, sinceramente non sapevo
cosa aspettarmi. La trama fa giustamente pensare a una sorta di giallo, ma
qualcosa mi suggeriva che si trattava di un thriller piuttosto anomalo, o
meglio, di uno di quei romanzi la cui complessità non può esaurirsi in una
breve e asettica definizione di genere. Tanto per cominciare, mi ha mandata in confusione
una specie di “promiscuità geografica”, presumo voluta e ricercata: a scrivere
è un greco, mentre il personaggio principale è un americano d.o.c., cresciuto
nei bassifondi della New York degli anni Settanta, e tuttavia sin dalle prime
pagine è evidente come l’intero romanzo, a partire dal titolo, sia impregnato
di cultura cinese. Questo curioso minestrone razziale ben rispecchia la realtà
multietnica della New York che si apprestava a lasciarsi alle spalle i
burrascosi anni Ottanta per entrare nei Novanta, gli anni del governo di
Giuliani, l’uomo che nel bene e nel male avrebbe dato un nuovo volto alla
città.
Ci
sarebbe riuscito mediante una “operazione di pulizia” rigorosa, misure sociali
caratterizzate dalla tolleranza zero e un autoritarismo ai limiti del
consentito: erano queste le caratteristiche principali di una politica che
avrebbe fatto piazza pulita di gran parte della delinquenza che nel 1989 – anno
in cui è ambientato il romanzo – rendeva New York una delle città più
pericolose dell’intero globo, crocevia della criminalità mondiale, dove la
polizia assisteva impotente a un numero di omicidi così scandalosamente alto da
poter tranquillamente essere definito una strage senza esclusione di colpi, che
non risparmiava nessuno... (continua a leggere su Sul Romanzo)
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