Autore: Antonio Pagliaro
Pagine: 210
Prezzo: € 14.50
Genere: Narrativa
Collana: Narratori
della Fenice
In libreria dal: 17 Maggio 2012
Editore: Guanda
È una vita come tante, quella del palermitano Giovanni Ribaudo: un lavoro dignitoso, una moglie, Vera, e un figlio, Salvatore, che frequenta l’ultimo anno delle superiori. Un ragazzo simile a molti altri, con un po’ di sogni per la testa e qualche piccolo segreto. Ma una notte la paura che è di ogni genitore diventa realtà: una telefonata sveglia di soprassalto i Ribaudo, una sconosciuta cerca Salvatore con voce agitata. Salvatore però non è rientrato. La mattina, dopo angosciose ricerche, Giovanni scopre che suo figlio è stato arrestato: un reato grave, un’accusa incomprensibile. E per quest’uomo, che ha sempre creduto a parole come onestà, giustizia, serietà, e ha cercato di viverle, inizia un incubo, nel quale precipita tutta la sua famiglia. Schiacciato negli affetti, assurdamente e crudelmente privato di un figlio, si trova a dover combattere una battaglia personale contro un muro di indifferenza, di arroganza, di corruzione: una macchina capace di stritolare chiunque, che lo porterà lontano, molto lontano dalla persona che era... Una storia di sopraffazione e una requisitoria morale che investe un mondo intero.
"Ormai
aveva abbandonato questa idea. Il Giudice era morto, il Diritto era morto. Era
stufo di crederci e stufo che le sue speranze venissero infrante. Non si
sarebbe più concesso di credere alla Legge."
*La mia recensione*
Qual
è il più grande incubo di ogni genitore? Senza dubbio ciò che accade a Giovanni
Ribaudo, rispettabile professore e cittadino palermitano, che una notte alle
tre viene risvegliato da un’inquietante telefonata: una donna cerca suo figlio
Salvatore, diciannove anni. Salvatore però non è nel suo letto e non torna a
casa nemmeno il mattino dopo, quando i genitori, preoccupati, decidono di
sporgere denuncia… È l’inizio di un incubo senza fine, una discesa negli inferi
del tragicamente possibile che terrà i lettori col fiato sospeso fino all’ultima
pagina. Pubblicato da Guanda nel 2012, “La notte del gatto nero” di Antonio
Pagliaro è uno di quei romanzi che tutti gli italiani dovrebbero leggere. Di più,
credo si tratti di un’opera – purtroppo rarissima nella narrativa contemporanea
– da preservare con cura e tramandare alle generazioni future come
testimonianza dell’inarrestabile declino di una società dove l’attitudine al “male”,
inteso nella molteplice accezione di corruzione, rovesciamento di valori e
perversione dagli infiniti volti, non è ascrivibile solo a un determinato
popolo, a una regione, a un gruppo sociale o semplicemente alla mafia: il male è
insito nell’uomo e pervade ogni ambito della sua esistenza sociale, regnando
perfino nelle istituzioni che per antonomasia dovrebbero combatterlo, ossia lo Stato
e ancora di più il sistema giudiziario... (continua a leggere su Solo Libri)
*Videorecensione*
Ciao Rossella, sono una tua lettrice da qualche mese ormai; leggo sempre ciò che posti ma, ahimè, non sempre riesco a commentare.
RispondiEliminaInizio col scusarmi per disturbarti.
Trovo davvero fenomenale quello che sei riuscita a fare, con questo blog, che ogni giorno è sempre più interessante e ricco di curiosità, e con il tuo romanzo.
Io ho aperto il mio blog solo da poco più di un anno; avevo bisogno di un posto dove scrivere, dove potermi misurare con le mie potenzialità e mai mi sarei aspettata di avere dei lettori e di essere seguita. E' stata davvero una bella conquista. A settembre frequenterò l'ultimo anno di liceo e dopo immaginerei per me un lavoro vicino ai libri e alla scrittura, magari come editor o qualcosa che comunque mi faccia stare insieme alle mie grandi passioni.
Volevo chiedere a te un consiglio, visto che sei una blogger stimata e, soprattutto, riesci a trasmettere l'entusiasmo con cui ti dedichi al tuo lavoro.
Scusa ancora!
Un saluto
Hello mate nice posst
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