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martedì 7 febbraio 2012

30 giorni di libri. Giorno 2: la tua citazione preferita

Cari amici, ho deciso di iniziare anch'io un giochino divertentissimo dedicato agli amanti dei libri che ho trovato su Facebook, che si chiama 30 giorni di libri.

Regole:
Su questa Pagina FB ci sono 30 domande sui libri, una per ogni giorno del mese.
Per partecipare bisogna postare giornalmente la risposta sulla propria bacheca, infine taggare la pagina facebook che ha creato il gioco. 
Potete partecipare anche voi, che aspettate?
  




Domanda 1: La tua citazione preferita.

Anche in questo caso ci sono molte bellissime citazioni nei libri, perciò proprio non posso farne a meno di dirne almeno due. 
La prima si trova in quello che secondo me è il libro più bello di Paulo Coelho (l'unico un minimo sensato!), cioè "Veronica decide di morire", un romanzo piuttosto breve che ho letto e amato soprattutto perché tocca tematiche che in passato mi hanno riguardata molto da vicino. La frase "incriminata" (in senso buono!) è:

Il vero io è ciò che sei, non quello che hanno fatto di te.

E' una frase che da sola dice tutto o quasi. 
Veronika decide di morire
Tante, troppe volte, la nostra vera natura, i nostri veri desideri, le aspirazioni e i modi d'essere più autentici si perdono sotto strati e strati di imposizioni, educazione impartitaci, desideri e ambizioni altrui (magari dei genitori), voglia di essere accettati, desiderio di rivalsa... Ecco, è proprio allora che la nostra anima si ribella, e lo fa in mille modi diversi. Si ribella perché è costretta a ricordarci che la stiamo soffocando - che ci stiamo soffocando - vivendo una vita che non è la nostra, comportandoci in un modo che non vorremmo, permettendo alla paura di ostacolarci, di cambiarci, di impedirci di essere felici... Perché appunto, spesso c'è un'enorme differenza tra ciò che siamo davvero e ciò che la vita, i dolori, la gente hanno fatto di noi.

Il gioco dell'angelo
La seconda frase è tratta dal libro di un altro autore di successo, Carlos Ruiz Zafon, e si trova nella sua seconda opera di successo, "Il gioco dell'angelo", che a mio parere è meno riuscita della prima.
Anche Zafon, come Coelho, decisamente non rientra tra i miei autori preferiti: trame troppo ingarbugliate, che partono bene ma inevitabilmente si perdono, finali improbabili, una certa strisciante noia che prende il lettore (o almeno me), proprio sul finale, quando al contrario la tensione dovrebbe essere ai massimi livelli. Ecco la frase:

Sai qual è il bello dei cuori infranti? 
Che si spezzano una volta sola. 
Il resto sono solo graffi.

Ed è una frase che si commenta da sé. 
Ci sono persone, uomini e donne, giovani e vecchi, che passano da un amore all'altro, da una delusione all'altra, da un dolore all'altro come se niente fosse, con la stessa, imperturbabile intensità. 
Per me si tratta di persone - e sentimenti - superficiali. 
Se il cuore si spezza per davvero, lo fa una volta sola... dopo che il danno più profondo è fatto, tutto il resto non potrà mai più fare così male.

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