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domenica 9 settembre 2012

I fallimenti dei "grandi"

Su FB di recente ho trovato un link molto carino che desidero condividere con voi. 
Riguarda gli insuccessi dei famosi, di uomini e donne che nonostante i fallimenti e le critiche negative ricevute sono diventati dei grandi. Leggerlo mi ha dato un sacco di speranza, soprattutto in un periodo come questo, in cui sento di averne particolarmente bisogno. 
Spesso, negli ultimi tempi, mi sono sentita piuttosto scoraggiata perché mi sono accorta di come anche nell’ambiente in cui lavoro (l’editoria) sono frequentissime le raccomandazioni, le marchette e tutta una serie di logiche non proprio pulite, che se ne fregano della tanto decantata – a parole! – meritocrazia. Però io non mollo, intendo lottare per i miei sogni, perché so che non sarà facile ottenere ciò che voglio, che dovrò impegnarmi a fondo e a lungo, e che non sarà facile, perché il fallimento fa parte della vita ed è fondamentale non scoraggiarsi, anzi, prenderlo come spunto per fare sempre meglio. È con questo spirito che vi lascio queste piccole chicche, i fallimenti dei “grandi” di tutti i tempi, perché anche voi come me possiate trarne consolazione e nuovi stimoli tutte le volte in cui vi sentite demoralizzati o fallite in qualcosa!

Dopo essere stato scartato dalla squadra di basket del suo liceo, Michael Jordan andò a casa, si chiuse in camera e pianse.

I Beatles vennero rifiutati dalla Decca Records, dove dissero “A noi non piace la loro musica” e “Non hanno futuro nello show business”.

Eminem
Alle superiori Eminem era un emarginato le cui lotte personali con la droga e la povertà culminarono in un tentativo di suicidio non riuscito.

All’età di 30 anni, Steve Jobs entrò in crisi depressiva dopo essere stato licenziato senza tante spigazioni dall’azienda che lui stesso aveva creato.


Oprah Winfrey
Walt Disney fu licenziato da un giornale per “scarsa immaginazione” e “incapacità di avere idee originali”.

Oprah Winfrey venne retrocessa nel suo lavoro di conduttrice perché “non era fatta per la televisione”.

Albert Einstein non fu in grado di parlare fino al raggiungimento dei 4 anni; a scuola gli insegnanti lo giudicavano mediocre.

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