La mission del mio Blog Letterario
Il blog rosmarservizieditoriali.splinder.com nasce con un intento ben preciso: fornire servizi editoriali professionali – schede di valutazione, correzione di bozze, editing e ghostwriting – a prezzi modici, decisamente al di sotto di quelli (a mio parere eccessivi) delle agenzie letterarie.
Mi chiamo Rossella, ho 28 anni, e gran parte di ciò che sono e ciò che scrivo si trova qui, sul mio blog letterario. Scorrendo la pagina troverete il mio cv letterario in pillole, ma poiché credo fermamente che chi usufruisca di un servizio a pagamento debba poter verificare le competenze di chi glielo fornisce, ciascuno di voi è libero di chiedermi via mail il curriculum completo.
Prima ancora che una professionista mi ritengo una scrittrice, esordiente quanto basta per sapere quanto il mondo dell’editoria sia ostico nei confronti di tutti quelli che desiderano avvicinarsi, soprattutto i tanto bistrattati esordienti, destinati a prendersi molte porte in faccia prima di riuscire a fare una minuscola breccia nel muro che si trovano davanti.
Un muro fatto di editori seri e meno seri, esigenti e frettolosi, disinteressati e capricciosi, ma anche di concorsi-truffa, libri pubblicati sborsando migliaia di euro che non valgono nulla e intasano il mercato, pseudo agenti letterari il cui unico scopo è spennare per bene i malcapitati, colpevoli solo di credere in un sogno.
Le Qualità di un buon Esordiente
Credere nei sogni non è una colpa, anzi, presuppone la prima, fondamentale qualità di un esordiente:la tenacia, che alle volte può sconfinare in una vera e propria testardaggine.
Crederci con tutte le proprie forze, avere fede, è indispensabile ma non basta; occorre mettersi in gioco, provare, riprovare e poi ancora riprovare, senza lasciarsi scoraggiare dagli inevitabili insuccessi. Se avete deciso che questa è la vostra strada, se credete che ne valga veramente la pena, gli ostacoli serviranno da stimolo e, perché no, da insegnamento.
E questo ci porta alla seconda qualità di un esordiente di successo: l’umiltà.
Molto spesso si tende a sottovalutare l’importanza dell’essere umili. Anzi, si tende a presentarlo più come un difetto che come una qualità; del resto non si può negare che gli scrittori, specie i più famosi, siano esemplari di spicco per arroganza ed egocentrismo.
Tuttavia non sempre è vero ciò che appare.
Nella mia, seppur breve, carriera, ho avuto modo di incontrare e conoscere una miriade di scrittori dilettanti, futuri esordienti o magari già con qualche piccola pubblicazione alle spalle, e devo dire che quello che visto – e sentito – mi ha lasciata a dir poco basita.
Tutti convinti di aver scritto il capolavoro del secolo, tutti pronti a criticare gli altri e a elogiare sé stessi, ma soprattutto, tutti pronti, in caso di (probabilissimo) insuccesso, a dare la colpa a editori ignoranti, mercato che predilige libri commerciali di scarsa qualità, editor incapaci e sfortuna cosmica.
Darebbero la colpa a tutti fuorché a sé stessi. Il problema è che se non si riesce a mettersi in discussione, non si riesce nemmeno ad imparare; e se non si impara, difficilmente si migliora.
Considerato che il genio puro, il talento che nasce tale e non teme i confronti, è quantomeno raro,uno scrittore che non possegga una certa dose di umiltà non arriva da nessuna parte. Niente – e sottolineo, assolutamente niente – fa crescere uno scrittore più del confronto e della critiche.
Dalle critiche si impara a migliorarsi, con le critiche si affina la tecnica. Uno scrittore, anche affermato, è costantemente sottoposto al giudizio dei lettori, sono i lettori che ne decretano il successo o l’insuccesso. Allora meglio iniziare subito, mettersi in gioco in quanti più tornei e concorsi letterari possibile, farsi insultare, criticare e deridere, consapevoli che alla fine dovremo scremare i pareri ricevuti e cercare di capire cosa c’è di vero in ognuno di essi.
Credetemi, i complimenti faranno anche piacere, ma per raggiungere il nostro scopo sono assolutamente inutili. Se poi preferite crogiolarvi nelle lodi di amici e parenti, rifiutando il parere di “una massa di ignoranti che non capisce nulla”, be’, in tal caso dovreste chiedervi se volete scrivere per passione o perché siete assetati di una qualche forma di gloria che non riuscite a ottenere altrimenti. Ma sono sicura che se siete capitati qui, se avete l’umiltà di affidarvi a una perfetta sconosciuta perché vi dia consigli e vi aiuti a migliorare, certamente non è il vostro caso.
Tornando a noi, la terza qualità di un buon esordiente è senza dubbio la costanza.
È bandita la pigrizia in ogni sua forma: dovete leggere e scrivere tanto, più di qualsiasi altra cosa facciate durante la giornata. E se non avete tempo, trovatelo.
Svegliatevi prima la mattina, andate a letto più tardi la sera o portatevi dietro un block-notes da scarabocchiare sulla metro o durante la pausa pranzo. I minuti sono preziosi quanto le vostre idee; non lasciate che quelle che avete vi sfuggano, ma soprattutto state attenti a catturarne sempre di nuove. A tal fine, ogni luogo e ogni persona è fondamentale.
Può sembrare un esagerazione, ma è la pura verità. Uno scrittore è anche un buon osservatore, e, nella stragrande maggior parte dei casi, possiede un animo molto incline all’introspezione psicologica, propria e altrui. Perciò osservate bene la persona che vi siete accanto in treno, state attenti ai suoi modi di fare, studiatene l’accento e i lineamenti, potrebbero esservi utili per il prossimo personaggio che dovrete tratteggiare.
E poi lasciate libera la fantasia, non ponetele limiti né paletti di sorta: che fa quella donna sola in stazione a un’ora così tarda? Aspetta l’amante, o forse si è rifugiata qui per sfuggire a qualcuno? Chi la aspetta a casa? Cosa farà stasera, chi incontrerà? E via così, domande su domande che richiederanno via via risposte sempre più articolate.
È così che si mette in moto la fantasia. Si parte dal nulla, dalle cose più banali, quelle a cui le persone meno sensibili non danno alcuna importanza, di cui a volte nemmeno si accorgono.
Secondo la mia esperienza, utilissimi sono i blog e i forum. Si ha la possibilità di conoscere la storia e le emozioni di una marea di sconosciuti senza nemmeno prendersi la briga di chiedere qua e là o intervistare, quale occasione più ghiotta per uno scrittore?!
Fermo restando che prima di tutto bisognerà saccheggiare a piene mani dalla propria personale esperienza di vita. È un saccheggio che in un primo momento vi lascerà insoddisfatti, quasi svuotati, ma che alla lunga si rivelerà catartico.
L’importante, in ogni caso, è conoscere bene ciò di cui si parla. Non c’è niente di peggio di una vergine che voglia scrivere un torbido romanzo sul mondo del sesso, o di impiegato di provincia che ambienti la propria storia in una New York dove non è mai stato, che conosce solo attraverso lo stereotipato mondo hollywodiano.
Non dico che dovete frenare la vostra vena espressiva, o, peggio, che certi argomenti sono tabù; solo che dovete conoscere bene ciò di cui parlate. Più ci siete dentro, più padroneggiate i luoghi e i sentimenti dei vostri protagonisti, più il vostro romanzo risulterà convincente, realistico, capace di trasmettere qualcosa. Diversamente, verrà fuori un’accozzaglia di luoghi comuni così finta che alla fine ve ne accorgerete anche voi. Dunque, ricapitolando: tenacia, umiltà e costanza.
Che altro occorre per diventare dei buoni scrittori?
Ovviamente un bel po’ di fortuna! Quella, aimè, proprio non posso procurarvela.
Posso però farvi da guida in questo intricato mondo che è l’editoria italiana, aiutandovi a distinguere le case editrici serie da quelle truffaldine, i concorsi che vale la pena tentare e quelli che è meglio lasciar perdere, i siti da frequentare e gli specchietti per le allodole.
Per tutto il resto leggete qui, e se ritenete di aver bisogno di un “occhio esterno” preciso e allenato… io sono qui per voi!