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martedì 25 gennaio 2011

Donne in vendita

Un paio di mesi fa sono capitata per caso su Italia Uno, dove alle Iene facevano l'ennesimo servizio - o meglio, chiamiamola col suo nome, pubblicità -  a un bordello oltralpe dove gli uomini non pagano le prestazioni in quanto queste vengono riprese e trasmesse in diretta su un sito a pagamento. 
Non so dove  sia questo posto e francamente non me ne frega niente, anche perchè l'intero servizio mi faceva talmente tanto schifo che non l'ho neppure finito di vedere.
Premetto che sono davvero pochissimi i motivi che mi rendono fiera di essere italiana, uno tra questi è la bistrattata Legge Merlin, che esattamente cinquant'anni fa mise la parola fine a quell'orrendo mercimonio di carne umana che avveniva nelle cosiddette "case chiuse".  
Premetto inoltre che nonostante creda che nella vita non di debba mai dire mai, un "mai" nella mia vita c'è, è assoluto e non transigo: mai stata e mai potrei stare con un uomo che anche una sola volta nella vita sia andato con delle prostitute. 

Quando si parla dell'argomento prostituzione, la gente, uomini e donne, se ne esce con la solita massa di luoghi comuni: è il "mestiere" più antico del mondo, bisogna tutelare chi sceglie di farlo, bisogna liberare chi invece non lo sceglie e viene costretta, si deve preservare la salute dei clienti e delle prostitute, è necessario evitare spettacoli indecenti in mezzo alle strade, eccetera.
Ottimi motivi non c'è che dire, peccato che siano le premesse di fondo a essere sbagliate.
Nessuna donna sceglie liberamente di fare la prostituta, così come nessun uomo sceglie liberamente di fare lo schiavo. Eppure, quando secoli fa la schiavitù in america fu abolita, migliaia di schiavi rifiutarono la libertà e implorarono i loro padroni di riprenderli con sé per continuare a usarli come bestie da soma: perchè secondo voi? perché c'è chi nasce schiavo e c'è chi nasce libero? No. 
Non si nasce schiavi, così come non si nasce puttane. 
Ma lo si diventa, sin dalla nascita, anno per anno, quando nella vita hai conosciuto solo sopraffazione, dominio, violenza e paura. Quando hai interiorizzato la tua presunta inferiorità, la tua subordinazione a qualcun altro, al punto tale che ti sembra naturale e non conosci altro modo di vivere. 
Nel caso della donna poi, non è tanto difficile interiozzare la concezione di sé stessa come oggetto sessuale... guardiamoci intorno, anche in un paese pseudodemocratico e pseudo ricco come l'Italia, quante sono le immagini, le citazioni, i video, i cartelloni pubblicitari, le trasmissioni, i vestiti ecc. che ci rimandano costantemente l'immagine della donna oggetto? Praticamente infinite. 

Senza contare la cultura patriarcale e maschilista che nonostante la modernità ci portiamo sempre dietro come una zavorra, quell'eredità fascista e misogina che in mille modi diversi considera le donne esseri inferiori; spesso la conosciamo travestita da "galanteria", ma la sostanza non cambia mai.
Se poi tutto ciò si applica a paesi molto poveri, come i paesi dell'Est Europa, la miscela è esplosiva: perchè la maggior parte delle prostitute/pornostar viene dai paese dell'est e negli stessi c'è un mercato pornografico molto fiorente? la risposta dovrebbe essere scontata, visto che la miseria che regna in quei paesi è assoluta e conosciuta... e invece no, il rampante playboy italiano ti risponderà che "le slave sono più troie". E sì, a queste donne piace davvero molto fare sesso con chiunque, persino con vecchi bavosi o gruppi di ragazzi violenti. A chi non piacerebbe?
Molte di queste donne, le pornostar in primis, non sono costrette da nessuno a esercitare la professione: sembra che anelino ad essere usate, come gli schiavi neri dell'america sudista. 
Ma forse questi erano meno schiavi solo perchè decidevano loro di esserlo? Non credo, erano schiavi nella stessa identica maniera... non è che c'è un modo diverso di essere schiavi, un modo "più libero" per così dire. Al tempo però c'erano fior di pensatori - ma anche gente comune di ampie vedute - che parlava con questi neri, cercava di convincerli che avevano la stessa intelligenza e dignità di qualsiasi uomo bianco, che non potevano aspirare a essere schiavi solo perchè li avevano convinti di esserlo, solo perchè li avevano cresciuti in condizioni tali da farli diventare più simili alle bestie che agli uomini.

Per le donne non accade così. Vogliono fare le prostitute di professione? Ma ben venga! figuriamoci, è il mestiere più antico del mondo...
Ma qualche uomo si chiede mai cosa vuol dire esercitare il mestiere di prostituta? ma davvero credono che sia diverso da una forma di schiavitù e di violenza, anche quando la vittima è consenziente?
Mi fanno particolarmente ridere quelli che controbattono con l'esempio delle pornostar, queste gaie e prorompenti fanciulle che col sorriso sulle labbra (quando non hanno la bocca impegnata in altre faccende) fanno di tutto. 
Ma come, non vedo che a loro piace? Che lo fanno con passione? Certo, come no.
Peccato che i pochi studi effettuati nel settore danno risultati a dir poco sconcertanti.
La maggior parte delle donne che intraprendono questa carriera non sono sessualmente disinibite ma sessualmente traumatizzate. Un esempio su tutti? leggetevi la biografia di Jenna Jameson, la famosissima pornostar americana, icona del genere.
La Jameson racconta di essere stata colpita con un sasso e mentre era priva di sensi, in strada, violentata da più persone e poi abbandonata lì, data per morta. Questo quando era al liceo. 
A vent'anni invece veniva picchiata dal suo ragazzo e stuprata dal migliore amico di lui, finendo di lì a poco a usare droghe pesanti di ogni tipo. Non vi basta? Potrei portarvi infiniti esempi di come la stragrande maggioranza delle pornoattrici siano donne con grossi problemi alle spalle (strupri, incesti, violenze d'ogni sorta), molto spesso drogate (perché sì, la maggior parte delle scene vengono girate sotto l'effetto di cocaina e altro) e di come l'industria del porno sia disseminata di violenza e di sopraffazione. Non parlo a vanvera, per sentito dire, non cito fonti perchè altrimenti scriverei un libro, ma chi vuole documentarsi realmente può chiedermi in privato.

Un'altro esempio? Lei non è molto conosciuta, si chiama Sandy Labalestra, ed era una pornostar famosa negli anni Novanta per dei film prodotti da Rocco Siffredi. Famosissima la scena in cui lui le mette la testa nel cesso e tira lo scarico. Sandy conobbe quest'uomo a 18 anni, vergine, e se ne innamorò. 
Prese un milione di lire per il suo primo film in cui faceva di tutto: sesso con anziani, gang bang, hardcore ecc.. con un viso che a guardarla in faccia faceva paura. Era molto bella, un viso pulito e dolce che dimostrava la sua età. Oggi ha 30 anni, è stata processata per spaccio, è diventata un mostro, ha il cervello bruciato dalle droghe e a sentirla parlare mette angoscia. 
Mentre lui è un dio, alcune donne dello spettacolo pare se lo contendano... proprio lui, un uomo che ha avuto il coraggio di mettere nel cesso la testa di una donna. Come fa a non far schifo?
Come fanno moltissime donne comuni e anche parlamentari a considerare una battaglia femminile quella della riapertura delle case chiuse? Come si fa a volere che queste donne vengano ghettizzate, che si tuteli e si dia diginità a quella che non è MAI e non può essere considerata una professione? 
Un lavoro è tale perché da dignità, perchè nobilita l'uomo, è questo che c'è scritto nella nostra costituzione. Questo mercimonio nobilita forse la donna? La umilia, la svilisce, rinnega tutto ciò che di bello c'è in lei. Ma voi accettereste mai che vostra sorella facesse la prostituta? 
Noi donne, non siamo forse tutte sorelle?
Ci sarà sempre chi ruba, come ci sarà sempre chi uccide, come ci sarà sempre chi stupra, chi si prostituisce e chi va a puttane... che vuol dire questo, che rinunciamo a combattere tutte queste aberrazioni umane? E perché le altre le dovremmo combattere mentre la prostituzione no? 
Anche chi fa del male a sé stessa è prima di tutto una vittima.



3 commenti:

  1. IlSuo e' un discorso che potrebbe essere seriamente fattivo se non fosse minato da un irrevocabile fanatismo di stampo religioso.
    Non e' vero che la maggioranza delle pornostar ha subito violenze, e' vero invece che molte sono povere. Altre anvece sono normalmente povere e vogliono il diritto di acquistarsi capi firmati eccetera.Ma se da una parte e' vero che con l'impoverimento di una societa' tutte le persone diventano per i pochi ricchi dei prostituti e delle prostitute, e' vero anche un fatto di troppa importanza: L'uomo deve essere libero in tutto, anche di essere schiavo, anche di uccidersi. Non tiriamo uori poi la testa nel cesso e le prositute quandocentinaia di milioni di esseri umani vengono schiavizzati ogni secondo dal lavoro, dalle famiglie dai mariti, dalle mogli dai padri dalle madri e da una classe politica di corrotti e corruttori che non garantisce nemmeno la dignita' di potersi curare ed essere appunto almeno un po', liberi. Pete

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  2. Concordo quasi su tutto, e ancora mi chiedo quanto continui a fare l'ideale machista del 'vero uomo' che sembra dover avere un atteggiamento prevaricatore e aggressivo nei confronti delle donne, pena il non essere considerato 'maschio'. Questo ideale continua a far danni,e nasconde in dentro di sé un nucleo realmente sadico: finché continueremo a considerare il sadomasochismo un'gioco' praticato da alcuni individui che agiscono nel diritto della loro libertà (come peraltro sembra spesso configurarsi), allora i 'normali' si sentiranno doppiamente protetti: da un lato protetti dalla paura di essere troppo 'giudicanti' ("non giudico perché temo di essere giudicato", per riassumere il paradosso), dall'altro protetti dalle nostre stesse tendenze sadomasochistiche, di cui ci liberiamo attribuendole esclusivamente ad altri 'bizzarri', chiusi dentro il recinto di qualche tassonomia sessuologica. In tutto questo l'atteggiamento ipocriticamente libertario ci costringe a considerarli meri 'gusti sessuali', manco fossero a livello della preferenza per il gelato al limone rispetto a quello alla fragola. No: il sadico e il maoschista sono anche dentro di noi, e dobbiamo quotidianamente combattere questa battaglia. Non per altro, i maggiori consumatori di pornografia violenta sono individui socialmente isolati e relazionalmente inetti, in genere passivi e scarsamente 'virili', che riescono in tal modo a raggiungere una pericolossa rivalsa per interposta persona. L'isolamento crea mostri. Per ciò che riguarda la prostituzione, io non farei di tutta l'erba un fascio. Molte prostitute africane desiderano fare 'il mestiere', che in numerose culture d quel continente porta ad un significativo riconoscimento sociale e benessere; rifiutano di intraprendere lavori 'umili' come il fare le pulizie o le colf (cfr. "La città e le ombre" di Dal Lago-Quadrelli), e rifiutano di offrire prestazioni che giudicano troppo umilianti. In questo, il loro senso di efficacia personale e di discrezione è molto più elevato della pornoattrice media. Ancora una volta, la libertà -come nel commento qua sopra- sembra non essere altro che un feticcio della società occidentale, in grado di produrre mostruosità pornografiche pescando nel mare della debolezza sociale e nel trauma psicologico (con la scusa del "non c'è nessuno che le obbliga") e di generalizzare laddove lo sfruttamento economico, di per sé presente, si accompagna al contrario a minore fragilità psicologica e maggiore autostima. Insomma, la libertà va riconosciuta prima di potersene riempire la bocca.

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  3. Ho letto con attenzione il tuo commento e lo condivido in toto. Anche gli uomini hanno le loro pressioni sociali... hai mai letto "Il dominio maschile", di Pierre Bourdieu? Merita davvero!

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