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lunedì 15 ottobre 2012

Una bella recensione di "L'uomo di mia madre"

"La famiglia, luogo segreto e inaccessibile, è simile a una matassa aggrovigliata. Cercare di fare ordine o di capire è quasi impresa impossibile. Come un sistema autarchico, emana le sue leggi spietate, non guarda in faccia a nessuno e punisce, severamente.
 Al centro della storia raccontata da Rossella Martielli, "L’uomo di mia madre", troviamo una famiglia al margine, nonostante il benessere economico di cui gode. Una madre divorziata, una figlia, lo spettro del padre, e un amante, Salvatore.
 La figlia, un’adolescente con i complessi di un corpo poco sensuale, è alla ricerca di una femminilità che resta spesso in superficie, legata soprattutto all’apparire.
 Sua madre, in opposizione alla figura della ragazza, è una donna elegante, dai mille amanti. L’ultimo, però, sembra avere un posto particolare nella sua vita.
Salvatore, inizialmente visto come un intruso, affascina anche la ragazza, con il suo aspetto gelido. In un continuo scrutarsi, tutti saranno vittima dei richiami del corpo e della banalità della vita.
 I tre entreranno in un gioco di egoismo, in cui gli affetti sono fredde rappresentazioni del nulla. I sentimenti, come l’amore, non esistono. Solo il baluardo della passione, quella proibita, sfrenata, ma allo stesso tempo silenziosa, sembra accendere un mondo interiore, altrimenti destinato al vuoto.
 L’uomo di mia madre è un racconto crudele, filtrato da una scrittura incisiva e scorrevole, con un finale a sorpresa, di grande effetto, che lascia il lettore sospeso, avvolto dall’eco delle ultime parole."
Mariella Soldo
(La recensione si trova su www.migranze.net)

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