Autore: Riccardo D'Anna
Editore: Gargoyle
Pagine: 200
Formato: brossura
ISBN: 978-88-89541-53-1
Pubblicato: febbraio 2011
Prezzo: 13.50 euro
Trama:
Londra 1958. Una serie di misteriosi suicidi preludono alla riapertura di un caso risolto forse solo in apparenza, denso di preoccupanti e inaspettati sviluppi.
La scomparsa dalla tomba di una marchesa caduta in disgrazia, da poco defunta fra le mura di un appartamento londinese, donna dall'indiscutibile fascino, musa ispiratrice di D'Annunzio, appassionata di occultismo e interprete dei brillanti riti della belle epoque muove i protagonisti, in una corsa contro il tempo, alla ricerca del suo calco di cera da cui ella avrebbe potuto riattingere vita.
Dopo un incontro a Venezia con Peggy Guggenheim, i nostri eroi si vedranno costretti a recarsi a Berlino, in una citta' che mostra ancora le ferite della guerra e dove sopravvivono gli ultimi scampoli di quelle societa' segrete che furono legate ai presupposti oscuri e alle origini magiche del nazismo.
Non solo, quindi, un semplice romanzo di genere, ma un racconto che coniuga atmosfere noir e sfondi storici, personaggi reali e derive fantastiche.
Concepito quale omaggio al "Morso sul collo" di Simon Raven (Gargoyle 2009), "La figura di cera" e' in realta' una sorta di obolo sentimentale che l'autore versa nei confronti dell'horror classico, che riaffiora timidamente non tanto e non solo in chiave letteraria: dai film della Universal a quelli della Hammer, da Vincent Price e Lon Chaney junior a Basil Rathbone e Nigel Bruce, indimenticati interpreti della coppia Holmes-Watson.
La scomparsa dalla tomba di una marchesa caduta in disgrazia, da poco defunta fra le mura di un appartamento londinese, donna dall'indiscutibile fascino, musa ispiratrice di D'Annunzio, appassionata di occultismo e interprete dei brillanti riti della belle epoque muove i protagonisti, in una corsa contro il tempo, alla ricerca del suo calco di cera da cui ella avrebbe potuto riattingere vita.
Dopo un incontro a Venezia con Peggy Guggenheim, i nostri eroi si vedranno costretti a recarsi a Berlino, in una citta' che mostra ancora le ferite della guerra e dove sopravvivono gli ultimi scampoli di quelle societa' segrete che furono legate ai presupposti oscuri e alle origini magiche del nazismo.
Non solo, quindi, un semplice romanzo di genere, ma un racconto che coniuga atmosfere noir e sfondi storici, personaggi reali e derive fantastiche.
Concepito quale omaggio al "Morso sul collo" di Simon Raven (Gargoyle 2009), "La figura di cera" e' in realta' una sorta di obolo sentimentale che l'autore versa nei confronti dell'horror classico, che riaffiora timidamente non tanto e non solo in chiave letteraria: dai film della Universal a quelli della Hammer, da Vincent Price e Lon Chaney junior a Basil Rathbone e Nigel Bruce, indimenticati interpreti della coppia Holmes-Watson.
Estratto:
"Una mano ossuta emerse fulminea da un mantello scuro che si confondeva col buio circostante, lo afferrò saldamente per un polso. Jean comprese che ogni tentativo di divincolarsi o di sfuggire
al dominio di quella creatura sarebbe stato vano: gli occhi sembravano dilatarsi progressivamente e bruciavano dentro i suoi, mentre una sensazione di gelo, penetratagli dalla nuca, si diffondeva in tutte le ossa.
Tentò di urlare, ma dalla bocca spalancata non venne fuori alcun suono. Un alito mortifero di fiori marci e terra umida lo investì, nauseandolo, fino a fargli quasi perdere i sensi. Poi non sentì più nulla, come se il corpo gli fosse improvvisamente divenuto un'entità disincarnata.
C'era solo il sangue, che pulsava a rapide ondate nei globi oculari.
La mano aveva allentato la sua presa d'acciaio, risalendo l'arco delle spalle fino a carezzargli il viso. Labbra vellutate gli sfioravano il collo. I neri capelli della donna fluivano come un fiume sotterraneo, notturno. "
Tentò di urlare, ma dalla bocca spalancata non venne fuori alcun suono. Un alito mortifero di fiori marci e terra umida lo investì, nauseandolo, fino a fargli quasi perdere i sensi. Poi non sentì più nulla, come se il corpo gli fosse improvvisamente divenuto un'entità disincarnata.
C'era solo il sangue, che pulsava a rapide ondate nei globi oculari.
La mano aveva allentato la sua presa d'acciaio, risalendo l'arco delle spalle fino a carezzargli il viso. Labbra vellutate gli sfioravano il collo. I neri capelli della donna fluivano come un fiume sotterraneo, notturno. "
L'Autore:
Riccardo D’Anna e' nato nel 1962 a Roma, dove vive e lavora.
Saggista e scrittore, ha pubblicato Una stagione di fede assoluta (PeQuod, 2006) e Saint-Ex (Avagliano, 2008).
La mia recensione su "La Bottega di Hamlin":
Più che un horror, La figura di cera di Riccardo D’Anna è una sorta di romanzo gotico, un noir a sfondo storico che concilia abilmente realtà e finzione. Opera matura e sofisticata, curata fin nei minimi dettagli, non riesce tuttavia a conquistare fino in fondo il lettore.
Colpa forse dell’eccesso di riferimenti letterari colti, inaccessibili al lettore medio... (continua a leggere la mia recensione su La bottega di Hamlin)
La mia recensione su "Gloria's Literary Café":
“La figura di cera” di Riccardo D’Anna non è un horror classico, bensì una miscela di generi diversi – gotico, noir, giallo classico e storico – perfettamente fusi in una trama ricca di colpi di scena, non sempre perfettamente comprensibile ma di sicuro effetto.
La mia recensione su "Gloria's Literary Café":
“La figura di cera” di Riccardo D’Anna non è un horror classico, bensì una miscela di generi diversi – gotico, noir, giallo classico e storico – perfettamente fusi in una trama ricca di colpi di scena, non sempre perfettamente comprensibile ma di sicuro effetto.
"La figura di cera" è una sorta di omaggio all’horror classico, elemento tipico e simbolico di un genere che in questo romanzo viene trasfigurato in maniera letteraria... (continua a leggere la mia recensione su Gloria's Literary Café)