Io credo fortemente che le città abbiano un'anima.
Ci credo perché non potrebbe essere diversamente, perché ci sono cose che non si possono spiegare, sensazioni e stati d'animo troppo particolari, fugaci o persistenti, così ineffabili che è impossibile comunicarli, figuriamosi analizzarli o spiegarli a qualcuno.
Forse le città sono come le persone: il contatto è pura empatia, la prima impressione di solito è quella che ci portiamo dietro per sempre, difficilmente cambia, e la maggior parte delle volte non siamo in grado di spiegare cos'è che ci urta tanto in uno sconosciuto o, al contrario, cosa ce lo faccia trovare immediatamente simpatico.
Nel mio caso poi il discorso è più complesso, e in un certo senso anche più logico. Io credo profondamente nella reincarnazione, credo che siamo un numero immenso ma finito di anime vaganti che ritornano in eterno, incontrandosi e scontrandosi in vite diverse che pagano lo scotto delle precedenti.
So che forse è una teoria fantasiosa, ma ognuno sceglie in cui credere, ognuno sente quello che crede... Io credo nei segnali, credo nel fato che non esclude la volontà umana, credo nell'amore che ritorna e risorge, credo perfino nel male, nell'odio, nella rabbia e nel rancore, che avvelenano le anime per secoli prima di dissolversi nella stessa energia che li ha originati.
Ok la smetto, sto divagando come al solito!
Ok la smetto, sto divagando come al solito!
Il concetto però è che credendo in tutto questo, mi fido moltissimo delle mie sensazioni: tanto più sono intense, tanto più sono immediate e inspiegabili, quanto più credo in un qualche legame atavico, viscerale, probabilmente risalente a un passato di cui il mio conscio non ha più memoria, che però è scritto dentro me, inciso in una consapevolezza originaria, viva e sepolta chissà dove.
Se così non fosse, come spiegare legami così profondi e improvvisi?
Se così non fosse, come spiegare legami così profondi e improvvisi?
la Mole Antonelliana |
Con Torino è stato amore a prima vista.
L'ho amata fin da quando ho messo piede all'aeroporto, fin dal momento in cui ho percorso per la prima volta le sue strade col naso spiaccicato contro il finestrino del taxi.
Non chiedetemi perché. Non saprei che rispondere.
Non chiedetemi perché. Non saprei che rispondere.
Certo potrei dirvi che mi ha conquistato la sua eleganza, la pulizia e l'ordine che vi regnano; o ancora la sua aurea snob, la lieve malinconia che aleggia per le strade, l'aria mistica che si respira di notte a cospetto dei suoi panorami mozzafiato. Potrei dire tutto questo, certo, e sarebbe vero, ma so che il motivo è un altro... è una sorta di "appartenenza", non mi era mai capitato con nessuna città prima d'ora.
la Gran Madre e il fiume Po |
Mi è capitato il contrario, però.
Ho odiato Roma con la stessa assurda e immotivata tenacia con cui ho amato Torino, fin dal primo istante, e nei mesi in cui ho vissuto nella capitale nessuna delle sue innumerevoli attrattive mi ha mai fatto cambiare idea.
Ho odiato Roma con la stessa assurda e immotivata tenacia con cui ho amato Torino, fin dal primo istante, e nei mesi in cui ho vissuto nella capitale nessuna delle sue innumerevoli attrattive mi ha mai fatto cambiare idea.
Detesto Roma, non c'è verso, e amo Torino.
Grazie ad alcuni amici che vivono lì ho potuto girare molto di più di quanto sia generalmente concesso a un normale turista, e ogni sera era un incanto diverso... Quello che in assoluto mi ha più emozionata è stata la veduta della città che si gode da Superga.
Non ho parole per descriverla, mi sono venuti i brividi!
E poi il centro, i portici che io adoro, le fila di alberi maestosi, i negozi antichi, le piazze e i monumenti... tutto splendido, tutto in un certo senso già conosciuto. Un amore del tutto inaspettato, perché prima di andarci l'unica cosa che mi affascinava di Torino era la sua nomea di città magica e ambigua, perennemente in bilico tra il bene e il male.
Non ho parole per descriverla, mi sono venuti i brividi!
E poi il centro, i portici che io adoro, le fila di alberi maestosi, i negozi antichi, le piazze e i monumenti... tutto splendido, tutto in un certo senso già conosciuto. Un amore del tutto inaspettato, perché prima di andarci l'unica cosa che mi affascinava di Torino era la sua nomea di città magica e ambigua, perennemente in bilico tra il bene e il male.
Torino, vista notturna da Superga |
Si dice infatti che faccia parte di due "triangoli": con Lione e Praga forma il triangolo del bene, della magia bianca, con Londra e san Francisco quello del male, la magia nera.
E in effetti l'aria che si respira è decisamente esoterica... o almeno io l'ho percepito in maniera molto forte, soprattutto in certi luoghi. Agli scettici sembrerò pazza, ma chi se importa. Forse sono tutte cazzate, ma la vita ha bisogno di magia, e gli uomini di cose in cui credere.
Voglio tornarci prestissimo, e mi era anche passato per la mente di cercar lavoro, anche solo per pochi mesi. Come ispirazione per uno scrittore è il massimo, soprattutto in un periodo di crisi, il classico "blocco", come quello che attraverso io attualmente.
Concludo questo post con una canzone dei Subsonica - che AMO - che già da prima di Torino era la colonna sonora di queste prime, pigre giornate primaverili... Sapete quelle canzoni che potreste ascoltare per ore senza mai stancarvi?! Manco a dirlo loro sono torinesi, e il video è ambientato indovinate dove ;-) ?!