Vorrei sapere
quando ti ho perso
in quale data
in che momento
forse quel martedì ch’ero
triste
o un mese prima d’averti
visto
forse quella domenica
pomeriggio
ch’ero allegra e parlavo
troppo di me
forse in una data remota
inesplicabile e ignota
come il tre marzo del
millenovecentotré
Vorrei sapere dove ti ho
perso
in che punto preciso
della città
forse davanti ad un
semaforo
forse in un bar o in una
stanza
forse dentro ad un
sorriso
forse lungo una lacrima
che colava giù per una
guancia
forse tra le aureole
gialle dei lampadari
sospese nella nebbia dei
viali.
Vorrei sapere perché ti
ho perso
il motivo la necessità
dell’errore
forse perché non c’è
tempo
o perché c’è stato
l’inverno
e adesso viene la
primavera
ma con tanto poco sole
tra i muri d’acciaio e
cemento
che tremano per il rumore
delle macchine, delle
fabbriche, degli ascensori.
Ma non voglio sapere che
ti ho perso
che ti ho perso e dove e
quando e perché.
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