Non hai mai visto niente di simile,
eppure sai con certezza assoluta che non sarà l’ultima volta...
IL ROMANZO CHE HA STUPITO IL NORD EUROPA
CASO EDITORIALE IN SVEZIA E DANIMARCA
ACQUISTATO SUBITO IN FRANCIA DALL’EDITORE DI STIEG LARSSON
«Un viaggio alle origini del male in compagnia di straordinarie protagoniste femminili.»
Donato Carrisi, autore di "Il tribunale delle anime" e "Il suggeritore"
Jerker Eriksson, Hakan A. Sundquist
Traduttore: Ghidoni U.
Editore: Corbaccio
Collana: Narratori Corbaccio
Genere: Thriller
Pubblicazione: 2011
ISBN: 886380298X
ISBN-13: 9788863802986
Pagine: 463
Prezzo: € 18,60
SETTEMBRE 2010: Un piccolo editore svedese, lo stesso che ha scoperto Liza Marklund, pubblica Kråkflickan/La stanza del male il romanzo d’esordio di una coppia di autori molto eclettici: Jerker Eriksson bibliotecario e produttore musicale e Håkan Axlander Sundquist, scultore e musicista elettropunk.
OTTOBRE: Appena uscito lettori, blogger e giornali si buttano sul libro. I termini di paragone in Svezia non mancano certo, da Stieg Larsson a Lars Kepler, eppure sono tutti concordi nell’affermare che con La stanza del male si aggiunge una voce originale, dura e cupa, destinata a spiccare nel panorama editoriale svedese.
NOVEMBRE: In Danimarca, Lindhardt og Ringhof, casa editrice di autori del calibro di Wilbur Smith, Elizabeth George e Ken Follett, fiutando la potenzialità enorme del romanzo acquista non solo i diritti danesi ma, in via del tutto eccezionale, anche i diritti mondiali.
ALLA FIERA DI FRANCOFORTE: la Corbaccio compra i diritti per l’edizione italiana, seguita a ruota dall’olandese De Bezige Bij.
GENNAIO 2011: La stanza del male è ormai esaurita: l’editore svedese decide di lanciare il libro in paperback con una prima tiratura di 40.000 copie, ma nel giro di due mesi è costretto a ristamparne altre 20.000, cifre eccezionali per un paese come la Svezia.
MARZO: Actes Sud, l’editore francese di Stieg Larsson, acquista i diritti per l’edizione francese. Nello stesso periodo vengono venduti i diritti per una riduzione cinematografica.
MAGGIO: esce l’edizione danese.
SETTEMBRE: arriva finalmente anche in Italia "La stanza del male"…
Svezia, tardo pomeriggio, un appartamento chic della capitale.
La psicoterapeuta Sofia Zetterlung è assorta nello studio delle cartelle cliniche di due casi che la turbano particolarmente: Samuel Bai, ex bambino soldato dalla Sierra Leone e Victoria Bergman, donna di mezza età con una profonda e misteriosa ferita risalente all’infanzia.
Due persone diverse accomunate però dallo stesso problema: mostrano lampanti sintomi di personalità multipla.
Contemporaneamente, alla periferia di Stoccolma viene ritrovato il cadavere di un ragazzino che ha subito pesanti violenze.
Nessuno reclama il corpo: il ragazzo è di origine straniera, nessuno sente la sua mancanza. Non è un caso da prime pagine dei giornali, ma il commissario di polizia Jeanette Kihlberg sa che non riuscirà più a chiudere occhio finché non l’avrà risolto.
E sa che da sola non ce la farà. Ha bisogno di un esperto in grado di entrare nella mente di un assassino così efferato, e contatta Sofia, riconosciuta in tutta Stoccolma per la sua abilità di profiler.
Al primo omicidio ne seguono altri, tutti con le stesse atroci modalità. È un serial killer quello che cercano, ma la domanda che Jeannette e Sofia si pongono è la stessa: prima chi era?
Adesso è un mostro ma prima era un uomo. E quanto deve soffrire un uomo per trasformarsi in un mostro?
Jeannette e Sofia hanno in comune tante cose, una professione che le costringe ad affrontare quotidianamente il male, e una vita privata insoddisfacente, due compagni egoisti in crisi di mezza età.
Lavorando fianco a fianco diventano amiche. Ma una spirale di eventi e di colpi di scena porterà entrambe di fronte a una verità insospettata e terribile, che metterà in pericolo la loro vita…
Nato e cresciuto a Gävle. Prima di scoprire di essere un romanziere, per mantenersi è stato lavapiatti, macchinista teatrale, commesso in un negozio di dischi, magazziniere, ruspista, impiegato alle poste, guardiano, imballatore, produttore musicale, cameraman, organizzatore di tournée, bibliotecario in un carcere, capo bibliotecario.
Håkan Axlander Sundquist
Nato a Linköping, cresciuto a Falun, Stoccolma e a Gävle, è stato assistente bibliotecario, condannato per renitenza alla leva, operaio in una fabbrica di birra, guardaboschi, distributore di giornali, magazziniere, tecnico del suono, imbianchino, muratore, falegname, macchinista teatrale, cameramen, webdesigner, editorialista, gallerista, musicista.capo bibliotecario.
Dopo aver suonato insieme e frequentato gli stessi gruppi musicali, in pochi mesi hanno scritto a quattro mani "La stanza del male". «Il metodo di lavoro è stato semplice», hanno dichiarato gli autori in un’intervista, «scriviamo un capitolo a turno, e poi ci passiamo il testo. Dopo vari aggiustamenti, leggiamo il risultato ad alta voce. Se leggendolo funziona allora il testo è pronto.»
I loro racconti erano sin dalla prima stesura cupi, drastici, con un ritmo particolare che spinge a leggere «ancora un altro capitolo» senza poter mollare la storia prima della fine. «Le domande chiave per noi sono: Cosa crea un carnefice? Quando una vittima diventa carnefice?
Quando non è più lecito incolpare le proprie esperienze negative?»
Visto il grande successo nazionale e internazionale della Stanza del male, stanno scrivendo il loro secondo romanzo.
*Recensioni e video recensione*
“La stanza del male”, thriller scandinavo appena uscito per Corbaccio, atteso come un vero e proprio caso editoriale, in Svezia e Danimarca ha occupato a lungo i primi posti delle classifiche di vendita.
Da lettrice, l’ho trovato profondamente inquietante, una favola nera e perversa che si discosta da quella che sino a ora è stata la tradizione giallistica scandinava – quella che si fregia di nomi quali Stieg Larsson e Camilla Lackberg, per intenderci – per inaugurare un filone se più introspettivo, un noir psicologico che scandaglia l’animo umano scavando nei vizi, nelle perversioni accuratamente rimosse, relegate nell’inconscio, e in quella violenza connaturata nella natura umana, che da sempre l’uomo si sforza di combattere e reprimere.
Quella che si scatena ne “La stanza del male” è una violenza cieca, quasi bestiale, impossibile da fermare. Violenza e sesso si fondono in una spirale patologica, che trascina con sé vittime innocenti, ragazzini stranieri senza patria e senza nome, venuti da terre lontane distrutte dalla guerra per andare incontro a un destino che riserva loro una forma di violenza se possibile ancor peggiore, quella di una mente malata, dedita al male perché della vita non ha conosciuto altro.
La stanza che dà il titolo al romanzo è quella in cui l’assassino – la cui identità sarà svelata al lettore già ben prima della metà del libro – tortura la sua vittima preferita, un ragazzino ridotto allo status animale, prigioniero nel corpo e nella mente, addestrato a combattere per la propria sopravvivenza. Nel frattempo la polizia svedese, capeggiata dal commissario Jeannette Kihlberg, brancola nel buio: alla periferia di Stoccolma, infatti, è stato ritrovato il cadavere di un ragazzino di cui nessuno ha denunciato la scomparsa, presenza invisibile nella società come tanti altri piccoli nomadi. Il suo corpo, orrendamente straziato, porta i segni delle molteplici violenze subite.
Altre macabre scoperte fanno seguito a questo primo ritrovamento; tutti i cadaveri sono accomunati dal marchio dell’assassino: sono infatti privi dei genitali, asportati chirurgicamente..." (continua a leggere la recensione su SoloLibri)
"La stanza del male", di Jerker Eriksson e Håkan Axlander Sundquist, edito Corbaccio, è probabilmente uno dei thriller più attesi di questa stagione: best-seller nei paesi scandinavi, in Italia questo romanzo è stato ampiamente anticipato da uno dei booktrailer più inquietanti che abbia mai visto, affiancato da una copertina e un titolo adattissimi alle atmosfere del romanzo.
Come ben sa chi legge molto, l’etichetta di “caso editoriale” il più delle volte è un’arma a doppio taglio, poiché crea aspettative talmente alte da rimanere in gran parte deluse.
Fortunatamente questo non è il caso de “La stanza del male”. Sinonimo di garanzia, ancora una volta, è la provenienza geografica – nonché l’ambientazione –, quella Svezia fredda e cupa che ormai da anni sforna i migliori thriller in circolazione.
Tuttavia questo romanzo si scosta parzialmente dalla più tradizionale tradizione scandinava, quella che fa capo a Stieg Larsson, per intenderci. Si tratta infatti di un thriller più psicologico che d’azione, un romanzo in cui la mente umana è il centro nevralgico di un male profondo, un delirio brutale e incosciente che mette in pericolo le vite umane di ragazzini inesistenti per la società, orfani e immigrati venuti da lontano, di cui nessuno denuncia la scomparsa e nessuno sentirà la mancanza. È proprio questo, infatti, il profilo delle vittime dell’assassino che terrorizza Stoccolma: i loro corpi vengono ritrovati orrendamente martoriati, ogni possibile segno d’identificazione asportato con cura così come i genitali, asportati chirurgicamente da una mano esperta.
È questo il desolante scenario che si trova davanti Jeanette Kihlberg, commissario di polizia incaricato di risolvere il caso. L’indagine si rivelerà però molto più difficile del previsto.
La morte di quei ragazzini senza patria e senza nome in fondo non interessa a nessuno tranne che a Jeannette, la quale giura a se stessa di non fermarsi finché non verrà a capo dell’orribile vicenda.
È per questo che contatta Sofia Zetterlung, psichiatra esperta di personalità multipla e abile profiler. Tra le due donne scatta un’immediata simpatia destinata a trasformarsi in qualcosa di più profondo e importante, che tuttavia non impedisce loro di addentarsi sempre più a fondo nella mente e nella personalità del serial-killer, mettendo in pericolo le loro vite: che tipo di persona è?
Il male in lui è connaturato, oppure è stato scatenato da una violenza troppo grande da sopportare, che nel tempo l’ha trasformato in un vero e proprio mostro?
Inizia così un agghiacciante viaggio nella mente dell'assassino (la cui identità è chiara al lettore fin dalla metà del libro), un viaggio ricco di colpi di scena che culmineranno in un finale atteso eppure ugualmente terribile, così aperto da lasciar presagire un seguito alla vicenda..." (continua a leggere la recensione su La bottega di Hamlin)
Sicuramente tra le mie prossime letture, se ne sente parlare piuttosto bene di questo thriler...
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