Liberi
dai rapporti di dipendenza
Miriam
Subirana
Traduzione di: Gabriella De Fina
Traduzione di: Gabriella De Fina
Data d'uscita: 7
maggio 2012
Pagine: 214
Pagine: 214
Formato: 140x210
mm, brossura
ISBN: 978-88-97919-01-8
ISBN: 978-88-97919-01-8
Prezzo:
€ 15,00
«Oggi esiste un nuovo modo d'intendere l'amore che aspira all'avvicinamento di due interi e non all'unione di due metà». L'autrice parte dai modelli di rapporto familiare e di coppia, prende in esame le teorie sull'uguaglianza di genere per indicare alcune piste praticabili nell'appassionante mondo dei rapporti umani. Indica inoltre i modi per essere "complici", nel rispetto della propria e altrui libertà, affinché i componenti della coppia si sentano complementari mantenendo al tempo stesso intatte le singole identità.
Uomini e donne insieme per superare i vecchi
modelli di "maschilismo tossico" e "femminilità dipendente"
che bloccano il pensiero e la libertà offuscata dalla dipendenza dei legami
nati sotto il segno dell'aspettativa. Occorre quindi che la costruzione di un
legame con l'altro non si basi sul bisogno o sull'esasperata ricerca di
gratificazione e di appagamento ma tenda sempre verso "un'armoniosa
complementarietà".
*Le mie recensioni*
Per cominciare, l’autrice si chiede se questi tratti siano “naturali” – nel senso che appartengono all’uomo o alla donna per natura –, oppure “sociali”, nel senso che i sistemi sociali susseguitesi nei secoli hanno lasciato profonde impronte sui sessi, condizionandone fortemente i comportamenti e le attitudini. Citando numerosi e importanti studi a conferma delle tesi esposte, Miriam Subirana giunge alla conclusione che gran parte dei modi di essere degli uomini e delle donne sono determinati dai condizionamenti sociali..." (continua a leggere su SoloLibri.net)
"Complici,
di Miriam Subirana, è un saggio pubblicato da Ghena, nuova e rampante casa
editrice fatta da donne per le donne, che si propone di essere la prima in
Italia a rappresentare un punto di vista “di genere”. Quello che colpisce, in
questo come in altri saggi dello stesso editore che ho avuto modo di leggere, è
indubbiamente la chiarezza con cui gli argomenti trattati vengono esposti. Spesso,
infatti, la saggistica di genere sociologico esprime concetti complessi con
circonvoluzioni stilistiche ancora più ostiche, rendendo il significato oscuro
ai non addetti ai lavoro, ossia la maggior parte dei lettori. Ghena tende a
distinguersi perché riesce a rendere universalmente accessibili idee, pensieri
e concetti che non vengono mai banalizzati, bensì considerati da punti di vista
inediti, cui nessuno prima aveva dato importanza.
È il caso di questo saggio della Subirana, che affronta uno degli argomenti più trattati di tutti i tempi, ossia il contrastato rapporto tra gli uomini e le donne, croce e delizia di tutti i sociologi dalla fine dell’Ottocento – secolo che ha visto la nascita del femminismo, che per la prima volta diffondeva l’idea di un femminile non più mero oggetto ma anche soggetto, individuo titolare di diritti propri, con proprie idee, bisogni e desideri – sino ai giorni nostri. Lo fa in maniera naturale ed efficace, poco femminista ma molto femminile.
È il caso di questo saggio della Subirana, che affronta uno degli argomenti più trattati di tutti i tempi, ossia il contrastato rapporto tra gli uomini e le donne, croce e delizia di tutti i sociologi dalla fine dell’Ottocento – secolo che ha visto la nascita del femminismo, che per la prima volta diffondeva l’idea di un femminile non più mero oggetto ma anche soggetto, individuo titolare di diritti propri, con proprie idee, bisogni e desideri – sino ai giorni nostri. Lo fa in maniera naturale ed efficace, poco femminista ma molto femminile.
Poco
femminista perché, pur distinguendosi da sempre per l’interesse nei confronti
della storia femminile e del ruolo della donna nella società contemporanea, la
Subirana osserva entrambi i generi con sguardo scevro da ogni pregiudizio o
moralismo: per la studiosa, uomini e donne sono entrambi vittime di ataviche
strumentalizzazioni sociali; ingabbiati nei ruoli che le società moderne hanno
cucito loro addosso, hanno finito per identificarsi con essi, considerando “naturali”
caratteristiche e attitudini che di naturale non hanno nulla, essendo semplici
costrutti sociali..." (continua a leggere su Sul Romanzo)
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