Alessandro
Cortese
Editore:
ARPANet
Collana:
aRPA Book
Data
uscita: 01/2010
Pagine:
168
Prezzo:
12 euro
EAN 9788874260911
Un’audace
reinterpretazione della Storia della Creazione e del Giardino dell’Eden dal
punto di vista degli angeli. Un gruppo di ribelli, tra insospettabili
tradimenti ed enigmatici spiriti, decide di scoprire che cosa significhi
libertà. Con un linguaggio dal sapore antico e ricco di riferimenti biblici e
un’impaginazione in lettere capitali, Alessandro Cortese rivoluziona la lettura
della Genesi, proiettando il lettore verso l’identificazione con Lucifero,
custode della luce di Eden. Un ribaltamento che seduce, invertendo l’eterna
dialettica tra bene e male.
«Passava
gran parte del tempo sotto le fronde dell’albero del bene e del male, sebbene
le fosse stato vietato. Il fusto poderoso, ben radicato in profondità nel
terreno, lasciava che i rami si abbassassero sotto il peso del fogliame
rigoglioso, quasi un invito a coglierne i frutti. Le mele erano del rosso più
intenso, squisite nei pensieri della donna, tanto invitanti da attirarla sempre
più vicino. Sarebbe bastato allungare un braccio, le dita si sarebbero strette
attorno a quel pomo stupendo e, con delicatezza, Eva avrebbe colto la mela.
Cominciò ad immaginare quale potesse essere il gusto di qualcosa così
scabrosamente provocante. I pensieri erano illeciti, suggerendole che niente di
più fantastico si sarebbe potuto assaggiare in tutto il giardino. Pensò che
quella fosse anche la ragione del divieto che il Padre aveva posto a lei e ad
Adamo di avvicinarsi all’albero. In fondo era solo una mela, perché tanta
ostinazione nel vietarne l’assaggio?».
*La mia recensione*
In
un panorama letterario così uniforme che talvolta verrebbe da chiedersi se
tutti quanti non abbiano gli stessi gusti e non leggano libri che raccontano
sempre le stesse vicende, con personaggi così simili da apparire palesemente
stereotipati, “Eden”, di Alessandro Cortese, rappresenta una piacevole,
inconsueta novità. Scritto in una maniera che definirei volutamente altisonante,
utilizzando un font che ben rispecchia l’apparente intento esegetico
dell’opera, questo romanzo è così originale che il lettore all’inizio quasi
fatica ad abituarsi alla velocità, all’intensità e soprattutto ai temi trattati
nella narrazione. Si tratta, infatti, di una storia della creazione rivista e
riscritta secondo l’estro di un autore che per fantasia non ha nulla da
invidiare alle grandi firme internazionali della letteratura.
Alessandro
Cortese ricrea un mondo nuovo, un universo agli albori in cui la distinzione
tra bene e male non è mai stata così labile, confusa e sfumata: shockante per
chi è abituato al rassicurante manicheismo cristiano, la concezione del male
che emerge da questo romanzo a mio avviso è estremamente arguta, nonché
realistica. Narrando come un cantore d’altri tempi le vicende della Creazione,
Cortese ci mostra come né il bene né il male siano mai tali fino in fondo, come
l’uno compenetri l’altro fino a fondersi, a perdersi, cosicché spesso non lo si
riesce nemmeno più a distinguere.
Una
concezione, questa, che certo si avvicina molto di più alla natura umana così
com’è rispetto a come ce la descrivono le Scritture; una natura ambigua e
controversa, costantemente tenuta sotto scatto dalle categorie di matrice
cristiana della vergogna, del senso di colpa e del peccato. Categoria
che l’autore critica neanche troppo velatamente, capovolgendo il senso di una
storia che siamo stati abituati ad ascoltare fin da bambini, quando nelle ore
di catechismo ci spiegavano come il bene e male non fossero facce della stessa
medaglia, bensì universi unici e ben distinti, facenti capo rispettivamente a
Dio e a Lucifero, angelo rinnegato, bellezza perfida e tentatrice.
Alessandro
Cortese ci regala una nuova versione di quella stessa storia che da bambini ci
sembrava quasi una favola: semplice, senza contraddizioni né ambiguità,
perfettamente lineare nel suo meccanismo di punizione-colpa. “Eden” conferisce
nuovo spessore a tutti i personaggi coinvolti nelle vicende della creazione,
angeli “a tutto tondo”, creature complesse, intelligenti, avide,
irrimediabilmente devote o tragicamente ribelli: sono personaggi umani, reali,
vicini, e forse proprio per questo il lettore riesce a immedesimarsi così bene
in essi, arrivando quasi a parteggiare per quel Lucifero che fin da piccoli ci
hanno insegnato a considerare il male supremo. Lo
stile narrativo di Alessandro Cortese è squisito come il lessico usato, mai
pomposo, mai banale, bensì elegante e limpido come la storia che narra, limpida
non perché scevra di contraddizioni, ma perché assurdamente reale. Umana.
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