"Stasera,
mentre mi facevo la doccia con la finestra aperta e l'aria della primavera
sulla pelle, all'improvviso ho avuto come un deja-vù. Per una frazione di
secondo, una parte di me è tornata a Perugia, a quella sera di fine aprile
quando sono venuta a prenderti alla stazione dei pullman e ti ho gettato le
braccia al collo stringendo così forte che tu mi hai detto, ridendo: “Così mi
soffochi!”.

E
una volta a casa le finestre aperte sui boschi e le cicale che già cantavano, e
noi due a letto tra le lenzuola freschissime, il profumo di pulito della pelle
e del cotone, un sacco di amore che nemmeno riuscivamo a dirlo, ma farlo sì. Tanto,
sempre, ovunque.
Ma
quella primavera di più di sempre.
E
poi sono tornata al presente, a una primavera che ha un sapore strano e a
uomini che mi passano accanto senza riuscire nemmeno a sfiorarmi, perché io,
ormai, sono sempre altrove."
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