Tanto lo sai che sei tu
il motivo per cui odio Roma.
Il motivo è quella sera
di novembre di due anni fa, la pioggia che picchiava dal pomeriggio e la metro
impazzita, la gente che si accalcava e mi trascinava via, tutti quei volti
tristi e stanchi che fissavano il vuoto.
Ho tremato per tutto il
tempo che c'è voluto a raggiungere la Laurentina.
Il mio ricordo si interrompe
quando ho intravisto te che mi venivi incontro tra le gente. Riprende con il rumore
della pioggia che non la smetteva di battere contro il tettuccio dell'auto,
l'auto ferma sotto casa mia - quell'auto che aveva visto tutto di noi, dalla
Puglia a Roma e viceversa un milione di volte, e poi le liti, le risate e tutto
quell'amore sprecato - e io che non riuscivo a respirare perché mi mancava
l'aria, perché le lacrime mi soffocavano ma proprio non riuscivo a smettere,
perché io non piango mai, ma se inizio a piangere non la smetto più.
Non ci siamo abbracciati, non ci siamo sfiorati, non ci siamo detti niente.
Il momento della fine è quello in cui tutte le parole sono state già dette, il momento della fine è quello in cui ti rendi conto che tu e lui potreste anche vivere l'uno accanto all'altra per l'eternità, ma non sarete mai più vicini. Ci si può amare una volta sola, e noi la nostra l'abbiamo sprecata.
Non ci siamo abbracciati, non ci siamo sfiorati, non ci siamo detti niente.
Il momento della fine è quello in cui tutte le parole sono state già dette, il momento della fine è quello in cui ti rendi conto che tu e lui potreste anche vivere l'uno accanto all'altra per l'eternità, ma non sarete mai più vicini. Ci si può amare una volta sola, e noi la nostra l'abbiamo sprecata.
…un giorno, a Roma…. lasciarsi
e poi dimenticarsi…
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