Cari amici, oggi posto l'incipit di un raccontino che ho inviato a un concorso letterario... mi farebbe piacere se lo leggeste e mi diceste sinceramente cosa ne pensate! Non risparmiate critiche, mi raccomando, perché sono proprio quelle che fanno crescere uno scrittore!
Quando ripenso a noi, ogni immagine, ogni pensiero e perfino il suono delle nostre voci sovrapposte, impegnate in qualche giocosa schermaglia, ogni cosa è avvolta in una patina verde che vira da una calda sfumatura sottobosco fino a sprigionare scintille di un verde acido, acre come la mela che mangiavo il giorno in cui ti ho visto per la prima volta.
Quando ripenso a noi, ogni immagine, ogni pensiero e perfino il suono delle nostre voci sovrapposte, impegnate in qualche giocosa schermaglia, ogni cosa è avvolta in una patina verde che vira da una calda sfumatura sottobosco fino a sprigionare scintille di un verde acido, acre come la mela che mangiavo il giorno in cui ti ho visto per la prima volta.
Era
il verde, il colore del nostro amore. Verdi erano gli alberi che accarezzarono
il nostro primo bacio, verdi le pareti della camera da letto nella casa di
campagna dei nonni, verde persino il cielo che si specchiava nelle acque del Po’
nei primi pomeriggi d’inverno fatti di un sole timido e increspature lievi,
carezzevoli come note un po’ stonate, verdi le foglie che cadono sul foglio
dove scrivo l’ennesima lettera per te. La affiderò al fiume, come ho sempre
fatto. So che ti arriverà. Non
mi piace pensare che sei in cielo. Il cielo è lontano, non potrei arrivarci
nemmeno se sbucassi fuori dall’oblò di un aereo e mi arrampicassi tra le
nuvole. Troppo labile è il confine tra questo mondo e gli altri, e io non posso
pensare a te disperso per l’universo, una stella tra le mille che non oso
contare e che ho paura di guardare, perché il cielo stellato è l’immagine più
triste che si possa guardare dalla terra. Il cielo sta piangendo noi, le stelle
sono lacrime che brillano senza estinguersi mai, perché immenso è il dolore di
chi pensa che lassù ci sia ancora qualcosa da sperare.
No,
io t’immagino ancora qui, tra i portici e il fiume, tra le fronde stanche che
si caricano di brina e la terra che sfioro appena e mi conduce verso il luogo
dove sei sepolto. Tu sei ovunque.
Negli
interstizi del mio sguardo che vaga inquieto, quando mi volto di scatto e con
la coda dell’occhio lampeggia il tuo maglione verde, infeltrito dalle mie dita
che lo artigliano per non lasciarti scappare, per trattenerti ancora un istante
qui con me, in un verde che è ovunque, ma non sarà mai più quello dei tuoi
occhi innamorati, spalancati su di me.
Bellissimo, complimenti!
RispondiEliminaMi sono quasi commossa ç_ç
Bellissimo e commovente, a me è piaciuto molto!
RispondiEliminaComplimenti
Non è male, molto bella l'immagine dell'oblò dell'aereo e della necessità di arrampicarsi in cielo per raggiungere l'amato ovunque sia.
RispondiEliminaHo trovato starniante il passaggio dal passao al presente in questo caso: "Era il verde, il colore del nostro amore." - "verdi le foglie che cadono sul foglio dove scrivo l’ennesima lettera per te." Quindi "é" verde il colore del loro amore e non "era". Per il resto dovrei leggerlo tutto per capire se fila ;)
Ciao
K.
Un po' retorico nelle immagini e nello stile, ma se è quello che chiede il tuo pubblico, va bene così.
RispondiEliminaMeraviglioso. Parole scelte sapientemente, semplici e comprensibili, eppure in grado di disegnare paesaggi irreali e stupendi nei nostri animi. Mi farebbe immensamente piacere leggerlo integralmente
RispondiEliminaPremetto che sono uno scrittore non un critico,sono raccolto nel mio mondo,mi è difficile giudicare gli altri comunque mi è sembrato interessante. Presenti una certa sensibilità per il dettaglio che è una carta vincente nel campo dei racconti dal momento che si deve lavorare sugli spazi brevi, Mi ha stupito favorevolmente questo raccontare forte di sentimenti però in uno sfondo Harmony,Baci Perugina. Complimenti
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