Credo di non dire una novità per nessuno se affermo che la
vita è fatta di scelte.
Una catena di scelte, per la precisione, alcune
determinanti, altre meno.
L’angoscia con cui le prendiamo è proporzionale alla loro
importanza.
Quello che ho capito solo negli ultimi anni, però, è che a
volte i tempi non sono maturi per una scelta; voglio dire, ci sono scelte che
maturano col tempo, e affrettarle quando non è strettamente necessario può
rivelarsi poco saggio (oltre che controproducente).
I giovani peccano di avventatezza e forse io giovane non lo
sono più, perché finalmente ho imparato ad aspettare.
Ad aspettare di valutare bene l’intera situazione.
Ad aspettare di capire con chi ho davvero a che fare.
Ad aspettare che tempi e sentimenti siano maturi.
Ad aspettare di sentire dentro quella nuova consapevolezza
che modifica gli equilibri.
D’altra parte, però, chi rimanda troppo una scelta
importante – che sia di cuore o di testa – può rischiare davvero grosso:
opportunità perse, vite sospese che finiscono con l’assestarsi in una
malinconica e tormentata indecisione, insicurezze e ossessioni.
Premetto che non sono una veggente né pretendo di avere in
mano la verità universale, ma nel mio piccolo io ho capito che devo darmi
tempo, ma anche darmi un tempo. Una scadenza.
Tempo perché il mondo cambi fuori e dentro di me, ma anche
tempo per non sprecare altro tempo. Me ne concederò fino a luglio.
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