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giovedì 30 agosto 2012

When you try black... don't go back!

Al mare, in spiaggia, ecco che incontro amica B. che non vedo da moltissimo tempo. Baci e abbracci e inevitabilmente ci aggiorna su come è trascorsa la vita nel frattempo. Tra i vari "no, non mi sposo più" e "sai che mi trasferisco?" ecc. ecc. viene fuori che amica B. è passata per così dire dall'altro lato della barricata. No, non è diventata lesbica: si è semplicemente convertita ai... neri. Sì, insomma, esce solo con ragazzi di colore. 
Non che lo faccia apposta, sia chiaro, è solo che i suoi ultimi ex e il suo attuale grande amore sono dei bei ragazzoni africani trapiantati in Europa. Ora, sapete quanto sia maliziosa la sottoscritta (e se non lo sapevate, ora lo sapete) e forse siete a conoscenza del famoso detto "when you try black, don't go back" (una cosa tipo: una volta che provi il nero non torni indietro, che nel caso di B. calza proprio a pennello)... insomma, per farla breve, non mi trattengo e chiedo a B. se è vera la leggenda dei neri super-super dotati. Lei scoppia a ridere. A quanto pare tutte - e sottolineo tutte - le donne le fanno la stessa domanda. Bene, non sono molto originale, ma la curiosità resta... Allora B. mi spiega con pazienza che no, non è necessariamente vero che tutti i neri sono superdotati. 
Il fatto è che, a differenza dei bianchi, i neri "hanno la potenza", nel senso che ... come dirlo... ci danno che ci danno che ci danno (della serie che non farebbero altro dalla mattina alla sera... e lo lo fanno superlativamente)... !!!
Insomma: non resta che provare!

sabato 25 agosto 2012

La città in cui vivere

Ho sempre "scelto" le città in cui vivere in base agli obiettivi di studio o lavorativi che di volta in volta mi ponevo: sono andata a Urbino perché lì c'era la facoltà che avevo scelto, mi sono trasferita a Roma perché lì c'era il corso di specializzazione che desideravo frequentare, lì c'era l'agognato stage e poi un lavoro, per quanto precario e mal pagato. 
Non mi sono mai trovata davvero bene. Il periodo universitario è stato meraviglioso, certo, ma Urbino è divertente solo per po', perché è troppo piccola, offre poche prospettive... è una sorta di paese dei Balocchi che alla lunga sa di artificiale. Hai sempre la sensazione che il mondo reale sia fuori, che tutto quel folleggiare da una festa all'altra e vivere praticamente circondato da tuoi coetanei, anche se è divertente, alla lunga non porta a niente: è una tappa della vita, nulla di più. Bella ma precaria. 
E poi Roma... che ho odiato con tutte le mie forze. Non si offendano i romani, davvero non ho nulla contro la città, è solo che io proprio non posso viverci. Andarmene è stato meraviglioso. Di Roma ricordo quando mi svegliavo la mattina presto e dal mio appartamento (via Tiburtina) non si vedeva mai il sole, per capire che tempo faceva dovevo mettermi con naso all'insù e sperare che non piovesse, perché quando pioveva non smetteva più. Di Roma ricordo quando tornavo con la metro alle 9 di sera e i vagoni erano pieni di gente triste, dallo sguardo spento, stanca e stressata.
Di Roma ricordo che le mattine libere andavo a correre nell'unico "parco" vicino casa, un fazzoletto di verde che conoscevo a memoria tante volte l'avevo percorso in lungo e in largo, piccolo com'era. Oggi sto per trasferirmi di nuovo, ma questa volta ho fatto la cosa contraria: ho scelto in base alla città; una scelta di cuore, se così si può dire. E mi sento ottimista!
Voi che ne pensate? Come si fa a conciliare il lavoro con le esigenze di vita? 
Amate la città in cui vivete?

Fate attenzione alle donne che leggono!


mercoledì 22 agosto 2012

Da oggi si cambia!

Sì, da oggi si cambia. Non cambio io – trasloco e trasferimento a parte! (ne parlerò approfonditamente in un altro post) – ma il blog sì, e ci tengo a spiegare in che senso.
Tanto per cominciare ci saranno meno recensioni, ma tutte o quasi scritte appositamente per il blog. Questa scelta deriva da una mia precisa esigenza: ho deciso di limitare la quantità di libri letti e le collaborazioni con case editrici/scrittori/altri siti sia per una questione di tempo (purtroppo tra il lavoro e la scrittura me ne rimane pochissimo libero), sia perché voglio dare spazio solo a quei libri – pochissimi purtroppo – che davvero meritanoE voglio farlo nel modo giusto, perché la lettura per me è un piacere, lo è sempre stato, e ultimamente purtroppo stava diventando sempre più un dovere. 
Stesso discorso vale per le case editrici: nessuno spazio a quelle che pubblicano sono schifezze; e in questi mesi di assidua “frequentazione letteraria” devo dire che ormai ho imparato a conoscerle. Alcune mi hanno deluso moltissimo, perciò non intendo più né collaborare né leggere altre cavolate, avendo dato loro fin troppe possibilità. Forse sembrerò dura, ma preferisco questo al buonismo a tutti i costi. 
Mi sono resa conto che in giro ci sono sempre meno recensioni oneste, e non intendo far parte di quella schiera di blogger che siccome ricevono i libri dalle case editrici, non vogliono parlarne male (casomai gli uffici stampa non ne inviassero più…). I libri li comprerò (anche per questo saranno meno, e magari anche non troppo recenti; purtroppo la disponibilità economica è quella che è) così da essere completamente libera da ogni logica di favore. Leggerò i libri che mi piacciano, quelli che m’incuriosiscono per i motivi più svariati. 
Ci saranno poi più rubriche, più racconti, più segnalazioni di concorsi e più spunti di riflessione, molti dei quali personali. Ecco, dopo aver descritto come cambierà il blog, mi viene da pensare che forse sì, sto cambiando anch’io… mi sto evolvendo, ed è sempre una cosa positiva! 
Un abbraccio e buone ultime ferie a tutti/e!

giovedì 9 agosto 2012

Donne contro donne

Non molto tempo fa l’onorevole Santanchè ha fatto un’esternazione quanto meno discutibile, paragonando la situazione della Minetti (l’ormai celebre ex-igienista dell’ex presidente del consiglio Berlusconi, con cui avrebbe avuto una relazione amorosa non meglio specificata) a quella di Nilde Iotti, accanita antifascista e apprezzata prima presidentessa della camera, nonché compagna di Togliatti. 
Proprio questo, secondo la Santanché, sarebbe il punto in comune tra due donne che a me non sarebbe venuto in mente di paragonare neanche nella più sfrenata ipotesi fanta-politica: entrambe, secondo l’esponente del Pdl, avrebbero occupato posti di potere in ambito politico in virtù della relazione con un uomo potente, Togliatti, appunto, e… Berlusconi. “La Iotti” – ha dichiarato la Santanchè –, “faceva benissimo politica, ma nella stanza sopra delle Botteghe Oscure. Una compagna comunista da amante a presidente della Camera dimostra che le scorciatoie aiutano. Se non fosse stata l'amante di Togliatti non credo sarebbe mai diventata presidente della Camera". Conclude aggiungendo: "Anche la Minetti non doveva diventare consigliere regionale, ma le scorciatoie c'erano ieri e ci sono anche oggi, forse un tempo era peggio". 
Facilmente immaginabile le scompiglio creato da queste affermazioni e il delirio di proteste che si è scatenato sia sinistra che a destra, tra gli stessi colleghi della Parlamentare del Pdl. Al di là della palese assurdità del paragone, uno degli elementi più interessanti di questa polemica è l’astio con cui molte donne guardano alle altre donne, e come ancora oggi tra loro sia diffuso il sospetto, l’invidia e una reciproca svalutazione, al posto di una più feconda solidarietà. 
Daniela Santanché, paladina di cause pseudo-femministe come la battaglia contro il velo indossato dalle donne islamiche, non si fa alcun problema nello svalutare una donna dello spessore di Nilde Iotti: lo fa per difendere l’indifendibile, dimostrando – in una logica prettamente contemporanea, materialista e oserei dire “berlusconiana” – di confondere l’amore con l’interesse e il sesso con il più volgare dei mercimoni, come se i secoli non fossero mai passati e per le donne aprire le gambe fosse ancora questione più di sopravvivenza che di piacere. Eppure, senza nasconderci dietro una parità dei sessi ben lungi dall’essere raggiunta, i tempi sono davvero cambiati; per capire in che modo, è necessario dare uno sguardo nel passato, a quella Storia che i politici in primis dovrebbero conoscere, se non altro per evitare uscite di dubbio gusto. Fino al Novecento e all’avvento del femminismo, infatti, ogni forma di potere femminile passava necessariamente dalle mani maschili. Per contare qualcosa nella società, una donna – che fosse una vergine o una meretrice, una madre, una figlia o una moglie – doveva servirsi degli unici strumenti che la società le riconosceva, ossia la sessualità e una bellezza “strategiche”, finalizzate cioè alla sopravvivenza. Non potendo lavorare, senza un uomo che la mantenesse – marito, padre o fratello – era infatti destinata a finire in strada, come spesso accadeva alle donne brutte o troppo povere, che potevano contare solo sulla carità dei parenti. In età moderna si assistette a uno sdoganamento bellezza femminile, non più “luogo del peccato” come nel Medioevo, ma valorizzata e decantata in quanto simbolo di bontà interiore e nobiltà d’animo. 

giovedì 2 agosto 2012

Bando Premio Algernon Blackwood edizione 2012

Che cos'è
Il premio Algernon Blackwood è un premio letterario per racconti inediti legati al sovrannaturale: ghost story, racconti occulti, storie incentrate sul senso del meraviglioso, il bizzarro e l’incredibile. Tutti possono partecipare, scrittori affermati così come autori esordienti.
Quali racconti possono partecipare
Possono partecipare al premio i racconti che:
» siano di genere sovrannaturale: ghost story, racconti occulti, storie incentrate sul senso del meraviglioso, il bizzarro e l’incredibile. Sono escluse la fantascienza, il fantasy e il thriller classico
» siano di lunghezza non superiore alle 5 cartelle (10mila caratteri, spazi inclusi)
» non siano mai stati pubblicati (neppure su siti web o e-book)
Cosa riceve il vincitore
Una somma di denaro pari al 60% del montepremi accumulato con le iscrizioni, la pubblicazione su un numero della rivista Writers Magazine Italia. La partecipazione implica la cessione dei diritti di pubblicazione del racconto (non esclusivi) su Writers Magazine e sul sito HorrorMagazine.it.

Chi bandisce il premio
L'Associazione Delos Books, la rivista Writers Magazine e la rivista HorrorMagazine.

Per saperne di più

Scadenza:
30 novembre 2012

Condizioni di partecipazione
La partecipazione al Premio Algernon Blackwood è aperta a tutti.
Quota iscrizione
Per partecipare al premio Algernon Blackwood occorre versare una quota di iscrizione di 10 euro per ogni racconto. L'iscrizione comprende l'iscrizione per un anno all’Associazione Delos Books nella formula Light, che dà diritto a uno sconto del 10% (o più) sui libri acquistati sul Delos Store.